Le interviste del Direttore: Michelangelo Lafronza
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Le interviste del Direttore: Michelangelo Lafronza

Intervista Michelangelo Lafronza, segretario di ANIE Rinnovabili.

Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. La rubrica, realizzata su base settimanale e pubblicata nella giornata del martedì,  si basa sulla realizzazione di interviste condotte dal direttore in modo autonomo o a fronte di valutazione di temi o iniziative particolari, corredati di dati. Per informazioni scrivete a: direzione@nonsoloambiente.it

In Italia gli iter autorizzativi previsti per la costruzione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili sono lenti, farraginosi e complessi considerata anche la posizione che spesso viene assunta dalle Soprintendenze in sede di Conferenza di Servizi. Crede che con l’avvento del nuovo Ministero della Transizione ecologica si possa realizzare un effettivo cambio di passo?
L’auspicio è che con l’avvento del nuovo Ministero della transizione ecologica si sblocchino le autorizzazioni, ma ognuno deve fare la sua parte: Stato, Regioni, Comuni, Enti Locali e gli operatori di mercato. Si chiede rapidità e chiarezza alle Istituzioni per gli operatori del settore e per tutti i cittadini. E’ difficile essere parte attiva della transizione energetica se ancora, a livello istituzionale, è in atto il dibattito che vede contrapposta la necessità di sviluppo delle rinnovabili alla tutela dell’ambiente e del paesaggio.

In Italia, l’istituzione del Ministero per la transizione ecologica sembra aver definitivamente chiarito l’orientamento del nostro Paese: promuovere lo sviluppo delle rinnovabili nel rispetto della tutela ambientale e paesaggistica superando questa, non fondata, contrapposizione. Il passaggio sotto un unico Ministero della direzione rinnovabili dello sviluppo economico e delle direzioni relative all’ambiente testimonia la necessità di dialogo e coesione tra le due anime che in realtà vanno nella stessa direzione.

Il cambio, anche di prospettiva, consente di passare dal concetto di tutela come semplice mantenimento dello status quo, al concetto di preservare il territorio integrando nuove e più rispettose forme di produzione di energia. E’ impensabile difendere luoghi e territori restando immobili, impedendo qualunque tipo di attività. Preservare significa fare in modo che le attività non inficino irreversibilmente i luoghi. Le centrali a carbone e a gas emettono residui di scarico che inquinano in maniera permanente intere aree e l’ambiente; le fonti rinnovabili sono strutture removibili e riciclabili, che non emettono gas climalteranti. Al più saranno un segno distintivo – una testimonianza – dell’impegno assunto per la riduzione delle emissioni nel contesto naturale.

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Occorre però intervenire anche normativamente e affermare, con forza di legge, il principio di massima diffusione delle fonti di energia rinnovabile per la transizione energetica ed ecologica, secondo il quale le fonti rinnovabili sostengono e supportano la tutela del patrimonio culturale, del paesaggio e dell’ambiente in contrapposizione alla generazione tradizionale che causa le principali emissioni di gas climalteranti. Il gruppo di lavoro “utility scale” di ANIE Rinnovabili, a cui partecipano i diversi soggetti della filiera eolica e fotovoltaica (sviluppatori, costruttori di tecnologie e di impianti, gestori di impianti, produttori) ha mosso i primi passi nel 2019 concentrandosi principalmente su soluzioni per superare le difficoltà autorizzative, che da anni frenano lo sviluppo dei grandi impianti necessari per la transizione energetica.

Nel 2020 il gruppo di lavoro “utility scale” è intervenuto per introdurre misure volte a semplificare gli iter autorizzativi e ad accelerarne le tempistiche nel DL semplificazioni, il cui testo emanato ha introdotto alcune misure, ma non è affatto risolutore degli ostacoli esistenti, che vanno rimossi con un “cambio culturale” non solo dei soggetti preposti al rilascio delle autorizzazioni ma anche delle comunità. Diverse sono le delibere, assolutamente non in linea con gli obiettivi al 2030 del PNIEC trasmesso alla Commissione Europea, adottate dalle comunità in contrasto con lo sviluppo delle fonti rinnovabili, non ultimi gli interventi delle regioni Calabria, Basilicata e Abruzzo. Da qui le recenti proposte presentate al ministro della transizione ecologica volte soprattutto a introdurre la “funzione di tutela” delle fonti rinnovabili nei confronti dell’ambiente e del paesaggio con modifiche al “codice dell’ambiente” e al “codice dei beni culturali e del paesaggio”, a migliorare la cooperazione e il coordinamento tra i diversi livelli degli enti coinvolti (gli indirizzi nazionali e le applicazioni regionali e locali), a garantire tempistiche certe, a generare un approccio costruttivo in fase di valutazione, a rinforzare l’organico delle strutture preposte.

Ci conforta la recente sentenza n. 2983/2021, in cui il consiglio di stato ha rigettato l'appello proposto dal ministero per i beni e le attività culturali avverso il provvedimento autorizzatorio unico regionale rilasciato dalla regione Lazio, affermando proprio quanto presentato da ANIE al Ministro Cingolani, ovvero che “la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è infatti un'attività di interesse pubblico che contribuisce anch'essa non solo alla salvaguardia degli interessi ambientali ma, sia pure indirettamente, anche a quella dei valori paesaggistici". Qualcosa si sta muovendo; si auspica che tale principio sia ripreso nella legislazione, come da proposte dell’Associazione.

Il fatto che il governo, dopo il DL Semplificazioni del MISE di settembre 2020, sia dovuto intervenire con un nuovo DL Semplificazioni del MITE testimonia il fatto che il provvedimento del 2020 è intervenuto su questioni minoritarie e non ha affrontato i reali problemi del permitting.

Con questo secondo provvedimento legislativo il MITE interviene in modo più organico ed incisivo, ma si è convinti che si possa riformare di più i processi autorizzativi. L’Associazione auspica, però, soprattutto un intervento che disciplini la gestione del transitorio e che apra una fase di analisi della vincolistica paesaggistica per valutarne eventuali modifiche in ragione dell’esigenza del nostro paese di adottare misure per contrastare i cambiamenti climatici. Il tema del transitorio è molto importante perché si rischia per gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 10 MW il blocco degli iter autorizzativi già avviati a VIA regionale e l’impossibilità di intraprendere nuovi iter a VIA statale in attesa che nei prossimi due mesi si nomini con decreto del MITE i membri della Commissione Tecnica PNIEC/PNRR sempre che si riesca a farlo in due mesi.

Per quanto attiene alla vincolistica paesaggistica, la stesura del codice del paesaggio risale al 2004, quando ancora non c’erano le FER; oggi viste le sempre più pressanti esigenze del paese di attuare politiche di decarbonizzazione sarebbe opportuno aprire una fase di analisi e laddove possibile di revisione dei vincoli per contemperare al duplice obiettivo di tutelare il paesaggio e di attuare la transizione energetica.

Le energie rinnovabili sono considerate volano per la transizione ecologica. Ritiene che i documenti programmatici stilati dal governo italiano, ivi incluso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, diano la giusta attenzione ed importanza al settore o vi siano delle lacune?
Crediamo che l’aspetto più importante sia quello di agire per portare a compimento le opere funzionali alla transizione energetica. I documenti programmatici esprimono delle intenzioni, ma se nessuno se fa carico rimangono tali, come hanno dimostrato in passato le esperienze della SEN del 2013 e del 2017. Il PNRR può fungere da forza propulsiva alla transizione energetica, dato che gli obiettivi del PNIEC che facciamo fatica a tradurre in interventi concreti sono ben più ampi di quelli del PNRR, con la differenza che per quest’ultimo gli investimenti beneficeranno dei fondi del NextGenerationEU, mentre per il PNIEC saranno gli operatori di mercato a finanziare gli investimenti.

I due documenti programmatici fungono da presupposto positivo alla transizione energetica, ecologica e digitale e quanto più saranno stabili nel tempo tanto più consentiranno la crescita di una solida filiera nostrana. Il dato di fatto oggi è che in questo momento di eccezionale necessità di crescita economica gli investitori privati del settore FER faticano ad investire per realizzare i propri progetti, che creano occupazione prevalentemente giovanile.

Ciò soprattutto a causa di un approccio pregiudizionalmente avverso alle FER; le prescrizioni degli enti preposti alla valutazione dei progetti FER devono essere di natura costruttiva e non distruttiva: tutti noi non siamo chiamati ad elencare le difficoltà che incontriamo, ma a superarle. In secondo ordine tra le difficoltà degli investitori vi è l’abitudine degli enti a non portare a compimento gli iter autorizzativi nei tempi stabiliti dalla legge che amplifica molto i rischi a cui gli operatori sono sottoposti, mentre solo in terzo ordine tra le difficoltà vi è la complessità degli iter autorizzativi. Il tutto determina un allungamento eccessivo delle tempistiche autorizzative a tal punto che anche la tecnologia corre molto più velocemente della burocrazia, come dimostra l’esigenza di introdurre una misura che semplifica l’iter autorizzativo di progetti autorizzati e non realizzati.

Michelangelo Lafronza

Michelangelo Lafronza dal 1° ottobre 2015 è segretario di ANIE Rinnovabili, l’associazione che all’interno di ANIE Federazione raggruppa le imprese operanti nel settore delle fonti rinnovabili elettriche rappresentando l’intera filiera: dai costruttori di tecnologie e di impianti ai fornitori di servizi ed ai produttori di energia. 49 anni, pugliese d’origine, Lafronza si è trasferito a Milano nel 1989 per motivi di studio, dove ha conseguito la laurea in ingegneria delle telecomunicazioni presso il Politecnico. Lafronza ha maturato un’esperienza significativa in Siemens, ricoprendo diversi ruoli all’interno della struttura di project management per la realizzazione ex novo della rete radiomobile GSM-R di Rete Ferroviaria Italiana, e successivamente in Assofond Energia con la carica di segretario generale, sostenendo e guidando il percorso del consorzio verso una politica di approvvigionamento dell’energia elettrica e del gas naturale improntata all’ottimizzazione degli acquisti ed all’efficienza. Inoltre la carica di consigliere del Consorzio Gas Intensive gli ha permesso di acquisire una qualificata esperienza nel settore del gas.

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