Le interviste del Direttore: Giuliano Busetto
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Le interviste del Direttore: Giuliano Busetto

Intervista Giuliano Busetto, Presidente ANIE.

Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. In tal senso – ogni martedì – Maria Grazia Persico intervisterà le prime linee di aziende direttamente coinvolte nel tema che desideriamo approfondire.

ANIE, nella qualità di associazione di rappresentanza federata Confindustria, rappresenta una parte significativa del contesto industriale italiano. La pandemia ha ovviamente comportato cambiamenti a livello di settore e di impresa. Dovendo riassume lo stato dell'arte ad oggi, quali sono gli aspetti e le condizioni su cui il settore gioca la sua ripartenza?
L’industria italiana delle tecnologie - Elettrotecnica ed Elettronica - rappresentata da Federazione ANIE, ha registrato a luglio 2020 un lieve segnale di ripresa (+1.6% rispetto a giugno 2020), ma rispetto al 2019 la variazione rimane negativa, con un calo dell'8,4% e questo conferma l’ampiezza dell’impatto dell’emergenza Covid sul nostro settore. A nostro parere, la ripresa, non solo per le industrie ANIE ma per l’intero sistema produttivo italiano, passa sicuramente dall'innovazione digitale. Il Recovery Fund può essere una formidabile occasione per il rilancio del manifatturiero italiano, funzionale a un suo riposizionamento negli scenari competitivi globali.

Occorre però riportare al primo gradino della priorità nazionale l’attenzione per l’industria e coinvolgere la nostra Federazione nella definizione dei piani per utilizzare al meglio le risorse del Recovery Fund. Risorse che principalmente andrebbero utilizzare per favorire il processo di innovazione digitale secondo il modello 4.0 che, abilitato dall'impiego di tecnologie innovative e dallo sviluppo delle nuove competenze digitali, si traduce in più efficienza, anche nell'ottica della sostenibilità ambientale, maggiore competitività e maggiore interconnessione all'interno della fabbrica e lungo la filiera produttiva.

Letteratura di settore e pura attualità ravvisano nella creazione di nuove alleanze su scala nazionale e internazionale, nel consolidamento del concetto di Made in Italy e nella formalizzazione del lavoro agile all'interno dei contratti di lavoro una modalità per uscire dalla crisi durante e post Covid. Qual è la vostra posizione in merito?
L’emergenza sanitaria in corso costituisce una svolta epocale, ponendo di fronte alle imprese nuovi rischi e uno scenario macroeconomico radicalmente mutato. Questa è una crisi con caratteristiche peculiari rispetto alle precedenti, in quanto si presenta prima come evento di natura sanitaria rispetto che prettamente economica e si manifesta con limitazioni che toccano al tempo stesso la domanda e l’offerta. Tutti i settori produttivi ne sono coinvolti e anche i diversi mercati. Se il nostro Paese è stato colpito in anticipo rispetto ai competitor europei e in misura rilevante già nelle prime fasi dagli effetti della crisi, oggi la diffusione dell’epidemia e le conseguenze negative che ne derivano accomunano trasversalmente le principali economie mondiali. In questo quadro critico dominato da un’elevata incertezza, nuove incognite si pongono sull'evoluzione dello scenario nei prossimi mesi.

Sicuramente nella fase più critica dell’emergenza, durante il lock down nei mesi primaverili, il ricorso al lavoro agile ha rappresentato uno strumento essenziale per dare continuità alle attività aziendali, favorendo un percorso di digitalizzazione già in atto all'interno delle imprese. La digitalizzazione non è tuttavia un aspetto legato a una fase contingente ma una necessità strutturale per l’industria italiana che coinvolge tutti i settori produttivi e i diversi aspetti dell’organizzazione aziendale. L’emergenza ha certamente dato impulso a uno snellimento delle procedure, ma oggi la grande sfida per il settore industriale è di evolversi, cambiando pelle e accrescendo la propria competitività nello scenario globale. La tecnologia può dare un contributo centrale a questo percorso. Non va dimenticato che l’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa e il settimo al mondo e oggi l’innovazione tecnologica rappresenta un driver di sviluppo imprescindibile per rispondere alle sfide di uno scenario, che, come ci ha insegnato anche l’emergenza sanitaria in corso, è caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti.

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Sguardo al futuro e all'impresa di domani: un sistema impresa efficiente su quali valori dovrebbe poggiare?
I valori sui quali dovrebbe poggiare un’impresa efficiente sono:

a. sostenibilità

Ogni impresa, indipendentemente dalle dimensioni e dagli ambiti di attività è inserita all'interno di un sistema sempre più globalizzato, che impatta e da cui viene impattata. E’ importante includere nel proprio business anche la dimensione sociale e ambientale, oltre a quella economica.


b. innovazione

In questo mercato sempre più globalizzato per essere sempre competitivi è necessario volgere lo sguardo al futuro: innovare. Innovare ci rende unici, porta forza e valore al nostro brand, ci permette di anticipare la concorrenza e posizionarsi sui mercati di domani


c. meritocrazia e formazione

Solo una cultura aziendale che incoraggia e ricompensa i propri dipendenti crea un ambiente di lavoro nel quale tutti danno il loro meglio perché si sentono come parte fondamentale di un processo e non meri esecutori di ordini. E’ per questo che come Federazione puntiamo molto sulla formazione del personale.

Da sempre ANIE ritiene che la valorizzazione delle risorse umane sia un elemento fondamentale per la crescita e la competitività delle proprie aziende. Il Servizio Seminari di Formazione offre alle aziende un valido sostegno nell'affrontare i rapidi mutamenti di scenario che coinvolgono direttamente il settore, dalle tematiche normative a quelle tecniche e ambientali. Negli anni il Servizio ha consolidato una notevole esperienza nella realizzazione di giornate formative specialistiche e di taglio operativo che vedono in aula la presenza di docenti altamente qualificati ed esperti dei diversi settori di riferimento.

 

GIULIANO BUSETTO

busetto

Giuliano Busetto guida dal 2008 il settore industriale di Siemens, nelle sue diversificate organizzazioni, con responsabilità per l’Italia e per alcuni Paesi dell’area Mediterranea. In questo periodo di tempo ha condotto il settore stesso ai primissimi posti per importanza in termini di fatturato e risultato operativo nel ranking mondiale del Gruppo, immediatamente dietro a Germania e Cina, ma spesso davanti agli Stati Uniti. Come manager profondamente italiano, con tecnologia tedesca accompagnata però da ingegneria, applicazioni e personale italiano, opera a sostegno del vantaggio competitivo delle imprese locali, rappresentate dai grandi gruppi industriali e dall’ampio numero di PMI, all’interno delle quali si annoverano in prevalenza OEMs dediti all’export. Nel farlo contribuisce con processi innovativi e tecnologia avanzata al loro successo, garantendo alle imprese servite competitività nei rispettivi mercati di competenza. Nato a Venezia il 10/05/57, si sposta con la famiglia a Milano in giovane età. Dopo la maturità classica al liceo “B. Zucchi” di Monza, consegue la laurea in Ingegneria Elettrotecnica al Politecnico di Milano nel 1983 e un master post laurea in Marketing Management presso la SDA Bocconi. Svolge il Servizio militare nel Genio Ferrovieri dove, con responsabilità tecnica, guida la realizzazione di carrozze rotabili attrezzate a Convoglio di Pronto Intervento ancora in operazione. E’ inoltre Presidente di Siemens Industry Software S.r.l., società attiva nell’Industrial Software CAD/CAM 3D e PLM. Dal luglio 2010 è il Presidente di ANIE Automazione. E’ Vice Presidente di Emit, l’Ente Morale “Giacomo Feltrinelli” per l’incremento dell’Istruzione Tecnica, che opera nel settore della formazione professionale.

 

 

 

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