Idrogeno come combustibile primario: studio UK mette in guardia dalle dispersioni ambientali
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Idrogeno come combustibile primario: studio UK mette in guardia dalle dispersioni ambientali

I ricercatori, interpellati da enti governativi, hanno stimato che l’effettiva riduzione della CO2 potrebbe essere compensata in negativo in caso di perdite di gas nell’atmosfera.

Da diversi anni a questa parte si discute dell’introduzione dell’idrogeno come combustibile alternativo ai carburanti tradizionali (benzina e gas) sia nell’ambito dei trasporti che in quello delle utenze domestiche. Ma cosa succederebbe se l’idrogeno rimpiazzasse in larga parte i combustibili fossili? Se lo è chiesto un gruppo di scienziati di diverse università britanniche in uno studio di recente pubblicazione. Lo studio, commissionato dal dipartimento per le imprese, l'energia e la strategia industriale del Regno Unito, ha utilizzato gli attuali modelli climatici e di chimica atmosferica per esplorare i possibili impatti atmosferici di un'economia globale che, in futuro, si basi interamente sull’idrogeno.

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I ricercatori hanno creato un modello in grado di calcolare l’impatto atmosferico derivante dalle emissioni di idrogeno e il potenziale contributo dato dall’idrogeno al riscaldamento globale se divenisse un combustibile largamente diffuso. I risultati dello studio mostrano che usare l'idrogeno in sostituzione dei combustibili fossili contenenti carbonio, come ad esempio il gas metano, eviterebbe le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera, con notevoli benefici per il clima.

Similmente a quanto avviene con i disastri ambientali da dispersioni di petrolio , le possibili perdite di idrogeno nell’atmosfera influenzerebbero tuttavia la composizione chimica dell'atmosfera stessa, con rischi collegati alla qualità dell’aria e al riscaldamento climatico, andando ad annullare parzialmente alcuni dei benefici climatici derivanti dalla riduzione dell'anidride carbonica. Esattamente come con le tecnologie estrattive per petrolio e gas, lo studio afferma che non ci sia comunque la possibilità di stimare con certezza un tasso di dispersione dell'idrogeno in natura che tenga conto di tutte le variabili casuali che incidono su eventi come quelli che negli anni hanno coinvolto petroliere, piattaforme estrattive e gasdotti.

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