I numeri dell’economia circolare secondo il sondaggio di DNV GL
Ambiente

I numeri dell’economia circolare secondo il sondaggio di DNV GL

L’analisi a livello globale fotografa le aziende che rispettano il pianeta attraverso il recupero delle risorse e l’approccio orientato all’intero ciclo di vita.

Quello della sostenibilità ambientale è un tema che oggi non investe più soltanto il patrimonio naturalistico e il singolo cittadino, ma aziende, cicli produttivi e modelli di business. Gli obiettivi vengono così pensati e pianificati in fase di progettazione e permettono la realizzazione e lo sviluppo di imprese ecosostenibili e responsabili.

Una panoramica su come lavorano e che tipo di approccio usano le aziende, relativamente ai temi dell’economia circolare, è stata offerta da DNV GL che in qualità di  ente di certificazione leader nel mondo, ha valutato la conformità dei diversi sistemi di gestione secondo standard internazionali misurandone le performance dei diversi tipi di business. Il risultato della macroanalisi è stato pubblicato nell’ultimo Viewpoint Espresso dal nome "Capturing Value from Circular Economy”.

ViewPoint è la community di clienti DNV GL-Business Assurance composta da oltre 11.000 professionisti provenienti da un'ampia gamma di settori in tutto il mondo che forniscono feedback su argomenti e tendenze chiave. I sondaggi Espresso sono sempre centrati su temi specifici che ruotano intorno al concetto di una performance aziendale sostenibile e a differenza delle survey principali di ViewPoint, dettagliate e approfondite, le Survey Espresso sono pensate per essere uno strumento più agile e smart, in grado di fornire una dose concentrata di indicazioni e suggerimenti.

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Le sezioni analizzate nel sondaggio di DNV Gl su un campione di 800 aziende clienti a livello mondiale, sono quattro: Modelli di business circolare, iniziative, parametri e benefit. Il 48%, quasi la metà del campione, seguirebbe corretti modelli di business: ciò riguarda il recupero delle risorse nell’ambito dei processi produttivi o tramite partnership, nella stessa filiera o in filiere contigue. Un dato ancora lontano dal corretto modello aziendale di utilizzo delle risorse.

Il 30% si focalizzerebbe sull’estensione della vita utile dei prodotti e il 28% sarebbe orientato agli acquisti green. Solo il 6% delle aziende dichiara invece di aver adottato o implementato anche iniziative di sharing economy, dato che però, affiancato ad una politica aziendale green registra un trend positivo. In merito alle sezione dedicata alle iniziative, il 36% risponde di aver adottato il reimpiego di materie prime seconde, ovvero una fonte di materie prime che derivano da scarti industriali di vario genere. Il 27% si interesserebbe invece alla riduzione nell’impiego di materie prime vergini. 

Sempre secondo l’analisi di DNV GL, il 23% delle aziende dichiara poi di aver implementato progetti e azioni di economia circolare lungo tutto il processo. Nello specifico risulta interessante che il 22% delle aziende afferma di aver iniziato a considerare i problemi di fine vita già nelle fasi di progettazione dei propri prodotti, grazie ad un approccio orientato al life cycle thinking e studi di life cycle assessment. Inoltre, il 13% delle aziende dichiara comunque di essere coinvolto in iniziative e partnership internazionali e intersettoriali sul tema, puntando così sulla comunicazione responsabile ed iniziative dedicate.

Circa un terzo delle aziende dichiara di perseguire obiettivi e traguardi strategici di economia circolare e di monitorare il percorso intrapreso attraverso indicatori ad hoc: elemento fondamentale per scongiurare il rischio di greenwashing o, in questo caso, di circular-washing. Si tratta di una strategia di comunicazione basata su dati falsati e distorti, volta a sostenere e valorizzare la reputazione ambientale dell’impresa mediante continui richiami all’ambiente. L’obiettivo è ottenere un maggior profitto andando ad attirare l’attenzione di quella fascia di consumatori attenti alla salute del pianeta.

Quanto ai benefici, le aziende hanno rilevato un risparmio generato da una più efficiente gestione dei rifiuti e dei sottoprodotti di lavorazione. Per un terzo delle aziende adottare modelli di business circolari conduce a benefici in termini di competitività, di reputazione e di immagine. Un 7% dichiara invece di non aver ottenuto alcun beneficio dalle iniziative messe in atto. In generale, ciò che emerge è che le aziende non hanno ancora introiettato la logica della condivisione del valore lungo il loro ecosistema di stakeholder.

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