Biologico: l’Europa cambia le regole
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Biologico: l’Europa cambia le regole

Il 22 ottobre sono state approvate le nuove regole UE che stabiliscono i parametri per l'ottenimento o mantenimento della definizione di biologico. Disappunto italiano.

Lo scorso 22 ottobre è finalmente stato approvato il nuovo Regolamento europeo per l'agricoltura biologica. Il nuovo corso prenderà il via a partire dal 2021 e andrà a sostituire il vecchio ordinamento datato ormai 2007.

L'Italia, in virtù della superiore severità delle normative per la regolamentazione della produzione agroalimentare biologica rispetto agli altri paesi dell'Unione Europea, è stata una delle maggiori fonti di pressione per la modifica della legislazione.

Sono quattro i punti cardine del nuovo regolamento:

  • Controlli: le aziende con certificazione biologica verranno sottoposte a controlli annuali. Se per tre anni consecutivi non venissero rilevate effrazioni, le verifiche diventeranno biennali.
  • Aziende miste: le aziende che si dedicano a una produzione mista, biologica e tradizionale, dovranno operare una radicale separazione delle due tipologie di colture al fine di eliminare ogni possibilità di contaminazione. Tali aziende saranno sottoposte a severi controlli e, se dovessero emergere sospetti di contaminazione, tutta la produzione coinvolta al momento del sopralluogo non potrà essere etichettata. Inoltre, se in seguito alle analisi i sospetti venissero confermati, l'azienda subirebbe la revoca della certificazione biologica.
  • Abbattimento dei costi: per incentivare la produzione e semplificare l'iter economico/burocratico di quelle piccole aziende che si dedicano alle coltivazioni biologiche, il nuovo ordinamento consente alle piccole realtà di unirsi in cooperative od organizzazioni in modo tale da condividere e quindi ridurre i costi di certificazione.
  • Importazioni: è questo uno dei punti che ha suscitato maggior disappunto tra i paesi dell'Unione più virtuosi. In alcuni di essi, tra cui l'Italia, le coltivazioni biologiche sono sottoposte a regolamenti più severi e con soglie di tolleranza sull'utilizzo di sostanze extra regolamento molto più basse, già da prima dell'approvazione del nuovo regolamento.

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Con il nuovo regolamento la circolazione delle merci biologiche esula da questi parametri interni, rimanendo esclusivamente vincolata ai dettami generici dell'Unione Europea. Ad esempio, in Italia potrebbero entrare prodotti certificati biologici e provenienti da un qualsiasi altro paese comunitario, senza che rispettino i vincoli dati dalla nostra Legge.

In Italia le reazioni da parte delle istituzioni di settore convergono verso un comune disappunto, a partire dalla Confederazione Italiana Agricoltori. Secondo l'associazione, le nuove regole non sono assolutamente in linea con i già più elevati standard applicati nel nostro Paese, considerato oltretutto che l'Italia si trova ai vertici delle classifiche per volumi di produzione ed estensione di suolo coltivato a biologico.

Anche Coldiretti, FederBio e il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo esprimono giudizi negativi. Se da una parte vengono apprezzate alcune iniziative, come la possibilità di usufruire delle certificazioni di gruppo, dall'altra sono pienamente contestati altri provvedimenti quali l'eliminazione delle soglie di fitofarmaci e Ogm consentiti.

Inoltre, a suscitare obiezioni è la concessione con una deroga di dieci anni ai Paesi Nordeuropei di proseguire la realizzazione di coltivazioni biologiche in letti demarcati in serra. Tale condizione è ritenuta altamente negativa da Coldiretti, per la quale la coltivazione biologica non può prescindere dal naturale utilizzo del suolo.

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