Gestire la risorsa idrica per fronteggiare siccità ed altre emergenze climatiche.
Ambiente

Gestire la risorsa idrica per fronteggiare siccità ed altre emergenze climatiche.

Razionamento dell'acqua e interventi sulle reti idriche: la scarsità di piogge negli ultimi mesi ha messo ancora una volta l'Italia di fronte alle difficoltà di garantire un bene primario. Cosa dobbiamo aspettarci in futuro?

Il caldo anomalo della scorsa estate ha avuto coda lunga: con un inverno particolarmente mite e scarsità di piogge, gli effetti si sono fatti sentire sia per le coltivazioni, sia per i cittadini italiani. Un paio di stagioni particolarmente calde e le basse precipitazioni sono state sufficienti per mettere in crisi molti comuni italiani, nei quali è stato necessario provvedere al razionamento delle risorse idriche, in alcuni casi perfino tramite la consegna porta a porta con autobotti dedicate. È il caso dei dodici Comuni sardi di Bono, Benetutti, Nule, Buddusò, Osidda, Alà dei Sardi, Bitti, Lula, Onanì, Orune e Lodè, i quali hanno dovuto fare i conti con la sospensione totale dell'erogazione del servizio idrico dalle 18 alle 8, ma anche del teramano, dove pochi giorni fa è stata dichiarata l' emergenza idrica ed è stato approvato il piano di razionamento.

 
Le difficoltà sembrano per ora superate, invece, nel basso Molise, dove la scarsità di piogge ha fortemente messo in crisi l'intensa produzione di cereali della zona. Tutte queste situazioni verificatesi negli ultimi mesi in Italia, ad ogni modo, parlano chiaro: le reti idriche italiane non sono pronte ad affrontare emergenze, di breve e lungo termine.
Un campanello d'allarme al quale si farebbe bene a non restare sordi, poiché il fenomeno potrebbe non essere isolato: spesso è difficile parlare di cambiamenti climatici e di effetti sul pianeta senza mantenere una certa distanza psicologica, percependone davvero le conseguenze concrete. Ebbene, questi recenti fatti ne sono un assaggio tangibile.
 
 
Il problema, ad ogni modo, non è soltanto ambientale. Lo ha ammesso lo stesso Ministro dell'Ambiente Galletti in commissione Ambiente alla Camera sul ddl Acqua, affermando: “ 'L'efficienza del servizio idrico in Italia è oggi una sfida che dobbiamo ancora vincere: una sfida complessa, che incrocia inefficienze antiche e carenze strutturali croniche con sprechi che sono inammissibili per un bene tanto prezioso''.
Queste le considerazioni che accompagnano la discussione della proposta di Legge sulla gestione dell'acqua, inevitabilmente legate a valutazioni di carattere economico. L'acqua, insomma, è un diritto universale la cui gestione non può comportare perdite economiche.
 
“Il regime giuridico del servizio idrico deve garantire l'integrale copertura dei costi e a tale copertura deve seriamente concorrere un equo, ma congruo, esborso economico a carico del singolo utilizzatore, tenuto conto delle differenti finalizzazioni”, prosegue il Ministro. Tali costi sarebbero da considerarsi come una ulteriore misura di tutela dell'acqua, incentivando al suo uso consapevole.
 
I recenti fatti pongono comunque in luce la necessità di interventi volti al significativo miglioramento del servizio idrico, per il quale la normativa in discussione individua una soluzione negli Ato, gli ambiti territoriali ottimali nei quali suddividere il territorio italiano. Si punta, inoltre, alla riduzione del numero di gestori in favore di realtà di maggiori dimensioni.
Il dibattito sulla gestione dell'acqua resta aperto, con i recenti fatti che costituiscono una ulteriore prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanto le decisioni siano delicate. Dalle novità introdotte dipenderanno le ripercussioni delle prossime crisi ed emergenze e gli effetti dell'inquinamento sui cambiamenti climatici lasciano purtroppo supporre che dovremo ancora farci i conti in futuro.
 

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