POINTs: Fise Assoambiente
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POINTs: Fise Assoambiente

Dal mese di febbraio introduciamo la rubrica POINTs dedicata a raccogliere ed ascoltare le associazioni di categoria in merito a dati, notizie di attualità nonché decreti legislativi e norme di riferimento in quanto - consapevoli del potere e del diritto di rappresentanza che esercitano - riteniamo siano stakeholder primari e di riferimento per fornire al lettore un punto di vista necessario, frutto di una competenza residente.

Oggi viene pubblicato il contributo di Fise Assoambiente

Le riforme che aspettiamo: chiare e strategiche, devono saper sconfiggere pregiudizi e opposizioni

Il settore dei rifiuti, che ancor più di altri richiede pianificazione, programmazione e chiarezza, è certamente uno dei più tormentati nel panorama dell’industria privata italiana: da un lato, vengono definiti a livello nazionale ed europeo obiettivi ambientali e di qualità sempre più ambiziosi, con un quadro normativo e regolatorio complicato e incerto nella sua applicazione e interpretazione, mentre, dall’altro, il settore risulta ancora sottodimensionato e reso fragile dall’assenza di condizioni essenziali per attuare investimenti necessari, stante un generalizzato clima ostile dell’opinione pubblica verso qualsiasi tipo di intervento. Lo sviluppo di un sistema di gestione dei rifiuti adeguato ed evoluto sul piano industriale, risulta indispensabile per rispondere non solo alle esigenze che emergono dalla pianificazione del settore, ma anche per attuare gli obiettivi europei, per una corretta competitività del sistema Italia, per l’attrazione di investimenti e quindi anche per un corretto funzionamento del mercato del settore. Tutto questo richiede però un quadro normativo certo e stabile.

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La gestione dei rifiuti oggi è un’attività che richiede efficacia organizzativa del ciclo e capacità di realizzazione e gestione di impianti con caratteristiche tecnologiche sempre più complesse ed efficienti, anche in relazione ai continui aggiornamenti dei Bref a livello europeo, documenti che raccolgono per specifici settori (tra cui gestione dei rifiuti e incenerimento) le migliori tecniche disponibili e ne vincolano emissioni e monitoraggio. Diventa quindi cruciale sviluppare un sistema integrato di gestione, efficace ed efficiente, che dia la possibilità alle imprese di attivare iniziative a valle della riduzione della produzione di rifiuti, in cui il riciclaggio e il recupero energetico siano elementi tra loro complementari, al fine di raggiungere l’obiettivo di minimizzare il ricorso alla discarica.

Come evidenziato anche dal recente report di SNPA-ISPRA sui rifiuti urbani, la pandemia COVID-19 ha evidenziato la resilienza delle imprese di gestione dei rifiuti, evidenziando comunque le fragilità che attanagliano il settore: ad esempio il mercato del riciclo, già instabile per i noti problemi di export in Estremo Oriente prima del COVID-19, ha subito un'altra impasse con la pandemia, anche se la situazione è eterogenea da filiera a filiera e collegata all’effettiva domanda di materiale da riciclo e all’operatività o meno dei settori applicativi a valle. Le sfide per il futuro sono importanti, gli obiettivi ambiziosi e richiedono l’impegno di tutti gli stakeholder per ridurre la produzione di rifiuti e l’uso di materie prime vergini, aumentare riciclo e recupero energetico per minimizzare l’uso delle discariche, facendo riferimento solo a discariche moderne e sostenibili a cui destinare esclusivamente le frazioni residuali opportunamente trattate, nella logica dell’economia circolare. E la sfida riguarderà tutti: decisori politici, produttori, consumatori/cittadini e imprese di gestione per i vari flussi di rifiuti (urbani e speciali).

L’occasione giusta per provare a recuperare il ritardo accumulato, introducendo elementi di razionalità ed innovazione, potrebbe essere la prossima Strategia nazionale per la gestione dei rifiuti che auspichiamo sia accompagnata da analisi scientificamente consistenti per contrastare i luoghi comuni che incidono su questo settore. Senza dimenticare che le cronache del nostro Paese purtroppo testimoniano che il mercato dell’illegalità fa leva proprio su questo tipo di carenze.

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