Dove lo butto e come lo smaltisco: intervista a Giorgio Arienti di Ecodom
Ambiente

Dove lo butto e come lo smaltisco: intervista a Giorgio Arienti di Ecodom

Un primato che dura da oltre dieci anni nel recupero e riciclaggio di elettrodomestici inutilizzati. Ecodom è il primo Consorzio Italiano di Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici: attraverso il corretto trattamento delle apparecchiature divenute rifiuto e il recupero dei materiali da reinserire nel ciclo produttivo, Ecodom coniuga l’efficienza nei processi di trattamento e il rispetto dell’ambiente.

Ecodom è una realtà italiana che si occupa di gestire i RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) provenienti dai nuclei domestici dei Raggruppamenti R1 (frigoriferi, condizionatori) R2 (lavatrici, lavastoviglie, cappe, forni, scalda-acqua) R3 (televisori, monitor) R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica, apparecchi di illuminazione) e dal 2010 si occupa del Sistema Collettivo di gestione dei Rifiuti di Pile e Accumulatori. Il Consorzio, che anche nel 2019 si è confermato al primo posto per quantità di RAEE Domestici trattati (quasi 124 mila tonnellate, con un taglio delle emissioni di CO₂ di circa 850 mila tonnellate e un risparmio di energia pari a 163,3 milioni di kWh), ha registrato nei primi due mesi del 2020 una crescita di oltre il 19%, con una quantità media settimanale di RAEE gestiti pari a 2.468 tonnellate, rispetto alle 2.069 tonnellate del 2019.

Tuttavia, a causa delle misure restrittive sulla raccolta dei RAEE determinate dall'emergenza sanitarie e il conseguente blocco industriale, da inizio marzo si è verificato un drastico crollo delle quantità, con un dato medio settimanale che è sceso a sole 978 tonnellate (contro le 2.039 tonnellate del 2019). Abbiamo intervistato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom che ci ha raccontato come il primo Consorzio d’Italia è intervenuto in seguito ai mesi di stallo a causa della pandemia da Covid-19. “Sicuramente abbiamo registrato un cambiamento sulle quantità di rifiuti ritirati. Con le Isole ecologiche chiuse e i servizi di raccolta domiciliare interrotti i RAAE sono rimasti nelle case degli italiani. Quanto ai numeri, abbiamo registrato un calo dell’80% nel mese di marzo. Dopo la fase critica, per fortuna limitata nel tempo, c’è stato il cosiddetto effetto svuota cantine, che ha registrato grandi numeri di rifiuti eliminati. Gli italiani hanno trascorso molto tempo in casa recuperando piccoli elettrodomestici e apparecchiature elettroniche dimenticate nei cassetti da smaltire”, conclude Arienti.

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Qualche anno fa, in una ricerca di mercato con IPSOS, Ecodom ha analizzato mediamente il numero di pezzi di apparecchiature elettroniche inutilizzate o non funzionanti dimenticate in casa. “I dati che sono emersi dalla nostra ricerca sono stati sorprendenti: abbiamo registrato 8,7 pezzi a famiglia vale a dire 20 chili ad abitante presenti nelle case degli italiani. Nel solo 2019 ogni abitante ha conferito 6 chili di RAEE e prevediamo che il 2020 chiuda al di sopra dello scorso anno. Ciò che ci auguriamo è un cambiamento di mentalità perché tenere in casa oggetti che non funzionano più significa immobilizzare materie prime inutili”.

Attivare le buone pratiche non è costoso per il cittadino, ma si tratta di un servizio garantito. “Ogni cittadino può conferire gratuitamente i propri RAEE nei centri di raccolta comunali – prosegue Arienzi - oppure consegnarli a un rivenditore usufruendo del servizio  uno  contro uno  o uno contro zero. Nel primo caso la consegna viene effettuata in seguito all’acquisto di un nuovo apparecchio, nel secondo non c’è alcun vincolo all’acquisto. Il servizio di ritiro 1 contro 0 è praticamente sconosciuto e così i piccoli RAEE restano nei cassetti . Del ritiro se ne fanno carico i  grandi negozi specializzati e le catene. Se il ritiro fosse possibile anche nei piccoli negozi o nei supermercati, smaltire i RAEE sarebbe più facile”.

Occorre però sottolineare la necessità di fare una distinzione a più livelli, sia regionale sia comunale. Il direttore generale di Ecodom insiste sulla corretta analisi dei chili di RAAE prodotti pro capite. “La regione più virtuosa è la Sardegna insieme alla Val d’Aosta, ma se dobbiamo attenerci ad un’analisi macro, le regioni del Sud risultano meno performanti e ancora, analizzando i singoli Comuni italiani si registrano atteggiamenti diametralmente opposti: è il servizio comunale locale a fare la differenza. Dicevamo che il dato medio italiano è di 6 chili pro capite di RAAE prodotti, dunque circa meno della metà rispetto ai Paesi europei, si pensi alla Francia che ne produce 10 chili e la Svizzera 12 chili pro-capite. L’azione necessaria è sollecitare gli Enti Locali e i negozianti che hanno la responsabilità a incrementare il servizio”.

Tra le azioni per incentivare la buona pratica e il corretto smaltimento, Il centro di coordinamento RAEE ha puntato sulle campagne di comunicazione ad ampio spettro per spiegare ai cittadini italiani il corretto smaltimento dei rifiuti. “La comunicazione passa sui social e in radio attraverso una mascotte che prende il nome di Raeeman: un supereroe dalla tuta blu che  insegna ai cittadini indisciplinati che i vecchi elettrodomestici non più funzionanti vanno portati nei centri di raccolta RAEE e non buttati nel cassonetto dei rifiuti. Avremmo voluto che il tutto fosse accompagnato da una pubblicità progresso, ma nonostante la disponibilità a mettere a disposizione gratuitamente i contenuti video, la proposta non è stata accolta” prosegue Arienti.

Come Ecodom abbiamo lanciato alcuni anni fa Storie di economia circolare, una mappatura delle esperienze delle economie circolari in Italia. Ben 200 le realtà raccontate e un censimento delle buone pratiche. In parallelo, negli ultimi due anni abbiamo lanciato un concorso rivolto a giornalisti, videomaker, fotografi, scrittori, storyteller e fumettisti con l’obiettivo di stimolare e promuovere, nel mondo dell’informazione, una rinnovata consapevolezza sulla sostenibilità ambientale, i nuovi modelli produttivi e i benefici per l’ambiente e la società che derivano da processi di transizione virtuosi. Secondo noi è importante raccontare le cose belle. Abbiamo coinvolto gente diversa capace di raccontare storie diverse. Il nostro lavoro prosegue e abbiamo in cantiere delle novità, già dal prossimo autunno”.

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