Qualità dell’aria in Italia: cattive notizie dal report AEA
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Qualità dell’aria in Italia: cattive notizie dal report AEA

Il report dell'Agenzia Europea dell'Ambiente registra un trend positivo rispetto alla qualità dell'aria in Europa. Ma il numero di decessi prematuri legati all'inquinamento e la situazione drammatica dell'Italia e della Pianura Padana non lasciano tempo per esultare. Occorre agire in fretta con misure concrete.

Buone e cattive notizie in merito alla qualità dell'aria europea. Le fornisce la nuova analisi “Air quality Europe- 2019”dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (AEA), diffusa lo scorso ottobre sulla base di dati aggiornati al 2017. Quattromila le stazioni di monitoraggio in tutto il Vecchio Continente, per un report che prende il considerazione l'andamento dei trend di inquinamento sin dal 2000.

Da un lato, l’adozione di normative vincolanti e misure locali stanno migliorando qualitativamente l'aria che respiriamo. Ad esempio, nel 2016 il particolato fine ha causato circa 17000 decessi prematuri in meno nell'UE, rispetto al 2015.

D'altro canto, tuttavia, l'inquinamento persiste soprattutto nelle città, compromettendo la salubrità dell'ambiente e la salute delle persone con livelli superiori alle soglie di guardia stabilite dall'Oms.

A dispetto del miglioramento, i dati in proposito non possono certo far sorridere. Secondo l'Agenzia, nel 2016 l'esposizione prolungata al particolato fine (PM 2,5) da solo ha causato circa 412.000 decessi prematuri in 41 Paesi europei. Di questi, circa 374 000 hanno riguardato i 28 Paesi dell'Unione.

Rispetto ai valori limite dell'UE, le concentrazioni di polveri sottili sono risultate troppo elevate in sette Stati membri dell'UE nel 2017 (Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania e Slovacchia). Inoltre, quattro Stati membri dell'UE (Bulgaria, Ungheria, Polonia e Slovacchia) non hanno ancora raggiunto l'obiettivo del 2015 dell'UE per l'esposizione media a tre anni per il particolato fine.

L'Italia, da parte sua, non può vantare zone franche “da bollino verde” sul suo territorio, al contrario di Francia, Spagna e soprattutto dei campioni di virtù Gran Bretagna e Paesi Scandinavi. Detiene, invece, il poco lusinghiero record negativo di “camera gas d'Europa” (definizione della NASA, NdR) nell'area della Pianura Padana, con Padova capitale dello smog. È il primo Paese del continente per morti premature da biossido di azoto (NO2) e ozono (O3): rispettivamente 14.600 e 3.000 all’anno. E, come se non bastasse, si trova anche al secondo posto per numero di decessi prematuri causati dal particolato fine (PM 2,5): 58.600 i morti nel 2016.

La relazione dell'Agenzia Europea dell'Ambiente sulla qualità dell'aria in Europa è un importante e tempestivo promemoria del fatto che l'inquinamento atmosferico continua ad avere un impatto sulla maggior parte delle regioni dell'Unione Europea e colpisce la vita della maggior parte dei cittadini” ha dichiarato Karmenu Vella, commissario europeo per l'Ambiente, gli affari marittimi e la pesca.

“È semplicemente inaccettabile che qualcuno di noi debba preoccuparsi se il semplice atto di respirare sia sicuro o meno. Dobbiamo quindi impegnarci ancora di più per garantire che gli standard di qualità dell'aria dell'UE siano rispettati ovunque”.

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Ma quali sono i settori maggiormente responsabili in materia di inquinamento atmosferico? L'Associazione Imprese Servizi Ambientali FISE Assoambiente ha commentato: “Il rapporto mostra in modo evidente che il settore dei rifiuti contribuisce all’inquinamento dell’aria per lo più in modo poco significativo. Molto più significativi sono i contributi all’inquinamento atmosferico provenienti da agricoltura, trasporto su strada, produzione ed uso di energia, processi industriali e attività commerciale, istituzionale e domestica”.

Nonostante i progressi, dunque, il tempo per gioire è ancora lontano. Al contrario, questo è il tempo di agire. Con metodo e attraverso misure concrete. “L'Europa ha ora un’opportunità unica: fissare un'agenda ambiziosa che affronti le cause sistemiche delle pressioni ambientali e dell'inquinamento atmosferico” ha ricordato il Direttore Esecutivo dell’AEA Hans Bruyninckx. “Stiamo facendo progressi, ma è tempo di accelerare i cambiamenti nei nostri sistemi di energia, cibo e mobilità per metterci su una traiettoria di sostenibilità e di un ambiente sano”.

Occhi puntati, quindi, sul secondo forum dell'UE sull'aria pulita, che si terrà a Bratislava il prossimo 28 novembre. Sul tavolo una posta importante: una serie di strategie per definire i prossimi passi a livello europeo, nazionale e locale per arginare il problema dell’inquinamento atmosferico.

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