Una nuova Arpat per la lotta agli ecoreati
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Una nuova Arpat per la lotta agli ecoreati

L’inchiesta denominata “Dangerous trash”, condotta dalla Procura di Firenze contro una rete di aziende coinvolte nel traffico di rifiuti, è solo l’ultima spia di una crescente illegalità ambientale.

La Regione Toscana appare indifesa nei confronti di chi sfrutta ambiente e salute per i propri traffici illeciti e, ormai dal 2016, occupa la non certo onorevole sesta posizione nella classifica nazionale degli ecoreati, risultando la prima tra le regioni del centro-nord.

Nonostante l’applicazione della nuova legge sugli ecoreati abbia dato risultati importanti, come la diminuzione complessiva degli illeciti ambientali, dei reati legati alle speculazioni edilizie e l’abbattimento del fatturato delle attività criminali correlate, ci sono ancora molte problematiche cui far fronte.

Criticità che preoccupano gli ambientalisti e la politica ma anche le sigle sindacali. I reati contro l’ambiente provocano danni all’indotto, alle imprese che si comportano onestamente ed anche ai loro dipendenti che vedono a rischio i propri posti di lavoro.

Questo quadro così complesso è aggravato soprattutto dalla crisi che Arpat sta attraversando.

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L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Toscana - Arpat, soffre di una grave limitazione delle risorse sia nel campo dei mezzi (attrezzature di laboratorio e palco autovetture), sia nell’ambito della formazione tecnico-scientifica del personale addetto.

La regione, secondo CGIL, ha decurtato i finanziamenti decretando un depotenziamento di personale dell'Agenzia con una diminuzione del 14% degli ultimi sei anni ed un contestuale taglio dei finanziamenti, scesi del 15%.

Difficile quindi invertire il trend negativo con queste premesse.

Bisogna tornare ad investire proprio per cambiare la negativa posizione della regione e l’opportunità migliore è la modifica della legge regionale che potrà consentire ad Arpat di essere in linea con la riforma nazionale delle agenzie ambientali.

Godendo di rinnovata autonomia e di una più chiara distribuzione di ruoli e compiti, l’agenzia avrà meno vincoli economici e potrà ottenere il rinnovamento di personale e di mezzi tanto necessario.

In questo contesto così delicato, l’operazione “Dangerous Trash” sembra aver avuto il paradossale merito di mettere la politica di fronte alla realtà dei fatti.

Scaduti i sei mesi per l’accoglimento della normativa ed accantonata la possibilità di accorpare l’agenzia nel sistema sanitario regionale, a più di un anno dall’entrata in vigore della legge nazionale “Istituzione del sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente e disciplina dell’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale”, nei giorni scorsi (il 31 gennaio), il Consiglio Regionale è giunto infatti all’approvazione della mozione che chiede la ricezione della riforma.

Arpat, come ente pubblico, potrà finalmente essere ‘potenziato’ ed ottenere personalità giuridica. Richiedendo alla giunta le garanzie per tutte le risorse professionali ed economiche necessarie per lo svolgimento dei compiti di conservazione e tutela ambientali, la Regione Toscana potrà contare su un istituto dotato di tutti i mezzi per tutelare al meglio l’ambiente.

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