Business e diritti umani: in che direzione andrà l’Italia?

Business e diritti umani: in che direzione andrà l’Italia?

In arrivo a settembre i risultati della consultazione online sul Piano Nazionale relativo a imprese e diritti umani.

Si concluderà il prossimo 10 settembre la consultazione pubblica, indetta dal Comitato Interministeriale per i diritti umani (CIDU), sul Piano di Azione Nazionale (PAN) relativo all’applicazione dei Guiding Principles delle Nazioni Unite in tema business e diritti umani. I Principi Guida, basati sull’attuazione del Protect, Respect, Remedy Framework sviluppato da John Ruggie – già Special Rapporteur del Segretario ONU su business e diritti umani - ribadiscono il dovere degli stati di proteggere i diritti umani, la responsabilità delle imprese di rispettare suddetti diritti e la necessità di garantire alle vittime di abusi un rimedio effettivo.

Abbiamo parlato nuovamente della consultazione in Italia con il Ministro Plenipotenziario Gianludovico De Martino, presidente del CIDU.

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Ministro De Martino, quali future sfide e opportunità intravede sul tema business e diritti nel panorama italiano ed europeo?

Il tema dei diritti umani in una società ormai globalizzata deve essere affrontato soprattutto a livello internazionale perché incide in grande misura anche sulla competitività di quelle imprese virtuose che rischiano però di essere penalizzate sul mercato da chi opera senza regole e senza le minime tutele. La sfida più importante è quella di fare in modo che il rispetto dei diritti umani si trasformi in un vantaggio per le imprese nel lungo periodo, in termini di reputazione, affidabilità, trasparenza e accountability verso i propri stakeholder. Ma questo non può avvenire senza il rispetto di regole condivise.

Nel panorama italiano - continua De Martino - la sfida, e al tempo stesso l’opportunità, è quella di coinvolgere le piccole e medie imprese attraverso una progressiva sensibilizzazione verso il tema dei diritti umani e la previsione di strumenti e linee guida che favoriscano l’attività di prevenzione e gestione del rischio di violazione dei diritti umani. Il nostro tessuto imprenditoriale è rappresentato in gran parte da PMI che, non disponendo delle risorse umane e finanziarie dei grandi gruppi, percepiscono questo tipo di attività come un costo aggiuntivo per l’impresa; in altri casi invece, l’attenzione ai diritti umani è già presente nella cultura d’impresa, ma non adeguatamente comunicata e trasmessa al proprio interno. A questo proposito, una delle misure previste è rappresentata dalla diffusione di toolkit di autovalutazione.

 

Quale contributo ha apportato la società civile nella stesura del Piano e nella scelta dei contenuti?

Organizzazioni e realtà associative nel campo dei diritti umani hanno partecipato alla definizione del testo sin dalla prima stesura della bozza di PAN, non solo apportando le proprie osservazioni e suggerimenti sui vari temi proposti dai Ministeri e dalle amministrazioni competenti intervenendo anche sulla scelta delle priorità, quali, solo per citarne alcuni, i temi dei migranti, del contrasto al caporalato, della tutela del lavoro, della cooperazione allo sviluppo. Ci auguriamo che ulteriori contributi perverranno nel corso della fase di consultazione.

 

A che punto sono i PAN degli altri Stati Membri UE? Qualche esempio di Paese virtuoso che si è differenziato nel suo approccio rispetto ad altri Stati?

Tra gli Stati che hanno adottato Piani di Azione Nazionali, otto sui nove paesi che hanno elaborato un PAN sono europei: Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Lituania. In Spagna il testo   è attesa di approvazione.  Non parlerei quindi di paese virtuoso, piuttosto di un esempio virtuoso che l'Europa sta dando in questo senso.

 

Proprio a questo riguardo, tra le misure proposte a livello multilaterale, l'Italia propone un meccanismo di peer review dei PAN, per valutare reciprocamente i progressi raggiunti, ma anche per scambiarsi best practice ed esperienze. È fondamentale – chiosa De Martino – che gli stati continuino a dialogare in questo senso per trovare soluzioni comuni e programmare future azioni da intraprendere non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo.

I risultati della consultazione online che si chiuderà il 10 settembre verranno resi noti sul sito del CIDU. Successivamente il PAN verrà presentato al Consiglio dei Ministri per l'approvazione.

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