Dopo dieci anni di ricerca tecnologica, l'azienda nata in Italia costituisce un esempio unico al mondo per il recupero di materiale plastico di difficile lavorazione, a partire da prodotti giunti alla fine del proprio ciclo vitale.
Non tutti probabilmente sanno cos'è il cloruro di polivinile, eppure è altrettanto probabile che chiunque, nell'arco della giornata, abbia a che fare almeno una volta con questo materiale. Forse la sigla può essere più familiare: si tratta del PVC, la materia plastica ad oggi più diffusa al mondo, eppure ancora difficile da riciclare.
Il recupero del PVC comporterebbe grandi risparmi economici e ne abbatterebbe l'impatto ambientale: ad oggi, è l'Italia il Paese più vicino a trasformare questi obiettivi in realtà. Dopo anni di studi e ricerche, il perfezionamento dei processi di recupero messi a punto da Vinyloop, a Ferrara, permette di affermare che l'azienda si è aggiudicata l'eccellenza in tale campo, con una posizione d'avanguardia a livello mondiale.
L'impianto sfrutta una tecnologia a base di particolari solventi in grado di riciclare anche il PVC di difficile recupero, giunto ormai alla fine del suo ciclo vitale, producendo R-PVC di ottima qualità. Questo "PVC di seconda generazione" è una risorsa preziosa per le aziende del comparto manufatturiero che puntano ad una maggiore sostenibilità delle risorse, senza rinunciare a materiali di qualità e a costi altrettanto sostenibili.
Ad oggi, i campi d'applicazione del PVC di recupero sono vasti: si va dai prodotti plastici per il giardinaggio, ai prodotti per il rivestimento di tetti e pavimenti, fino al campo tessile, ad esempio per le suole delle scarpe o per capi d'abbigliamento rivestiti. Anche tunnel, gallerie, parcheggi sotterranei possono sfruttare il vinile riciclato per membrane funzionali.
La valutazione del ciclo di vita del R-PVC prodotto dall'azienda ferrarese ha permesso di accertare che le membrane prodotte in tale materiale comportano una riduzione dei gas serra pari al 40% rispetto alle stesse prodotte con PVC tradizionale, con una ulteriore riduzione del 46% di acqua sfruttata e del 24% di energia. I dati fanno riferimento ad una membrana realizzata al 75% in R-PVC.
La tecnologia sviluppata a Ferrara, dopo dieci lunghi anni di ricerca e studi, è oggi in grado di rispondere alle esigenze di tutti i settori produttivi che richiedono un migliore impatto ambientale, ma che non possono scendere a patti sulla qualità e sulle performance. Il tutto per una produttività pari a 10 mila tonnellate di rifiuti contenenti PVC trattati ogni anno, trasformati in 9milla tonnellate di materiale rigenerato: numeri che sono senz'altro destinati a salire.
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