Cresce “L’Italia del Riciclo”: aumentano addetti e aziende
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Cresce “L’Italia del Riciclo”: aumentano addetti e aziende

Il report "L'Italia del Riciclo 2014" realizzato da FISE Unire e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile tratteggia un bilancio positivo nel settore.

In crescita aziende e occupazione nel settore della gestione dei rifiuti. A fotografare la situazione in materia di riciclo e green economy nel nostro Paese è ancora una volta il rapporto realizzato da FISE Unire (l'Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, "L'Italia del Riciclo 2014", presentato lo scorso 4 dicembre a Roma.

Oltre ad approfondire le dinamiche delle diverse filiere del recupero, il rapporto fornisce uno spaccato sulle dimensioni economico-finanziarie del settore negli anni 2008-2012.
Negli ultimi cinque anni è cresciuta l'industria del riciclo: sono aumentati gli addetti (+13%) e le aziende (+10%) impegnati nel settore della gestione dei rifiuti. Il fatturato delle imprese che svolgono attività di recupero dei rifiuti oggi ha raggiunto i 34 miliardi di euro. In Italia le imprese che svolgono queste attività sono in totale oltre 9.000, principalmente micro-imprese con meno di dieci addetti.

Nel rapporto si evince che nel 2013, nonostante la riduzione dei consumi delle famiglie e della produzione industriale, il riciclo degli imballaggi ha registrato una crescita seppur minima (+1% in termini assoluti) che attesta tuttavia la capacità di tenuta del settore: 7.633 milioni di tonnellate contro le 7.562 del 2012 e le 7.511 del 2011. Migliorano le performance di alcuni comparti come la carta (86%), acciaio (74%) e vetro (65%). Risultati altalenanti sono stati invece registrati nelle altre filiere.

 

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Le prospettive di crescita per il settore del riciclaggio a livello nazionale ed europeo sono enormi. La prevenzione dei rifiuti, l'eco-design, l riuso e misure simili potrebbero infatti generare un ulteriore risparmio pari a 600 miliardi di euro e ridurre le emissioni di gas serra del 4%. Il raggiungimento di nuovi obiettivi in materia di rifiuti consentirebbe inoltre di creare circa 600 mila nuovi posti di lavoro. Per non parlare della riduzione dell'impatto ambientale. Le misure proposte prevedono il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal dal 2025 il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili.

Tuttavia, come evidenzia il Presidente dela Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi, la strada da percorrere è molta: "Il riciclo dei rifiuti in Italia potrebbe crescere, generando nuovi investimenti e nuova occupazione, con norme più chiare, certe ed efficaci a partire da quelle, attese da anni, che indichino con precisione a quali condizioni un rifiuto sottoposto ad un trattamento di recupero cessa di essere un rifiuto e diventa un prodotto. In attesa dei regolamenti europei che richiederanno tempo e saranno parziali - ha continuato Ronchi - si dovrebbe procedere con un Decreto del Ministro dell'Ambiente che stabilisca caratteristiche e condizioni almeno per tutte le tipologie di rifiuti non pericolosi che possono essere sottoposti ad un recupero completo, che consentano di arrivare alla cessazione della qualifica di rifiuto (End of waste) applicando i criteri comunitari".

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