Tassonomia, il dilemma del gas e del nucleare
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Tassonomia, il dilemma del gas e del nucleare

La Commissione europea ha dichiarato qualche giorno fa che non apporterà modifiche sostanziali alla proposta di atto delegato sulla tassonomia, che include gas e nucleare tra gli investimenti sostenibili.

“Vi saranno soltanto piccole modifiche al testo circolato nelle scorse settimane”, questo il commento della Commissaria europea ai Mercati finanziati Mairead McGuinness in un'intervista rilasciata al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. L'atto delegato vero e proprio sarà adottato mercoledì 2 febbraio. Nelle scorse settimane però il fronte degli oppositori all’inserimento del gas e del nucleare all’interno della tassonomia verde si è ulteriormente rafforzato.


Il fronte degli oppositori

Il gruppo di esperti nominati ad hoc dalla Commissione europea per valutare l'atto delegato, il c.d. Platform for Sustainable Finance, ha espresso ufficialmente il proprio veto. Analoga posizione è stata assunta da paesi come Spagna, Austria, Danimarca, Lussemburgo. La Germania, invece, sebbene sia contraria all’inserimento del nucleare, lascia uno spiraglio di apertura in merito al gas in quanto lo ritiene necessario per il processo di decarbonizzazione. La Francia, invece, rientra tra i maggiori sostenitori di chi ritiene che il nucleare debba rientrare tra gli investimenti sostenibili. A tal proposito si precisa che qualche settimana fa il Ministro dell’Ambiente francese ha dichiarato che presenterà intorno al 2023 nuovi progetti per le centrali nucleari.


Da chi è composto il Platform for Sustainable Finance?

Il Platform for Sustainable Finance è presieduto da Nathan Fabian, Chief Responsible Investment Officer, di Principles for Responsible Investment (PRI) ed opera attraverso una plenaria composta da 57 membri e 11 osservatori, supportati da ulteriori sottogruppi in cui si svolge il lavoro tecnico sui suoi pareri, relazioni o raccomandazioni.


Quali sono i requisiti per considerare verdi gli investimenti nel gas e nel nucleare?

Affinchè possano essere considerati “verdi” gli investimenti nel gas, la bozza di regolamento prevede che le nuove centrali dovranno rispettare i seguenti requisiti:

  • produrre emissioni inferiori a 270 grammi di CO2 per kilowattora;
  • ricevere tutte le autorizzazioni necessarie per l’avvio delle attività entro il 31 dicembre 2030;
  • avere una capacità produttiva inferiore al 15% rispetto a quelle sostituite,
  • utilizzare una quota pari almeno al 30% di gas rinnovabili o a basse emissioni a partire dal primo gennaio 2026.

Gli investimenti nel nucleare potranno essere ritenuti “verdi” soltanto nel caso in cui vengano dettagliatamente previsti e stabiliti i seguenti elementi:

  • piano di sviluppo;
  • utilizzo dei fondi;
  • individuazione dei siti di stoccaggio delle scorie.

Gli impianti inoltre dovranno ottenere tutti i permessi nonché le autorizzazioni per la costruzione prima del 2045.

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