#SustainableTalks: Giuseppe Addamo di Vaia
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#SustainableTalks: Giuseppe Addamo di Vaia

Nei #SustainableTalks di oggi parleremo di footprint, materiali riciclabili ed economia circolare con Giuseppe Addamo, Founder di Vaia. 

#Sustainabletalks è una rubrica che nasce dalla consapevolezza dell’editore e della redazione di come sia necessario metabolizzare i cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha comportato in termini di comunicazione,  identificando nella sostenibilità un driver positivo di ripartenza e crescita personale e professionale. La rubrica continuerà anche nel 2021, sotto forma di interviste realizzate ad esperti di settore e referenti aziendali, con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte, e come vengano rendicontate. Certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente. La rubrica realizzata su base settimanale, pubblicata nella giornata del giovedì, si basa sulla realizzazione di interviste condotte dalla redazione in modo autonomo o a fronte di specifiche richieste. Per informazioni scrivete a redazione@nonsoloambiente.it

Maria Grazia Persico

Da dove nasce la necessità di VAIA di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale? 

La startup VAIA nasce in risposta ai cambiamenti climatici in atto. VAIA ha una forte sensibilità ambientale, focalizzata sui temi dell’economia circolare e della sostenibilità, anche dal punto di vista economico. In VAIA crediamo che sostenibilità economica e ambientale siano fortemente collegate, che vadano di pari passo. In passato, ma purtroppo anche al giorno d’oggi, le aziende nascevano con un obiettivo solo economico, mettendo in secondo piano la questione dell’impatto ambientale. Al contrario, la sostenibilità fa parte del DNA di VAIA. Noi nasciamo per essere sostenibili dalla A alla Z. Per quanto riguarda l’impatto sociale, vogliamo avere un impatto positivo sulle comunità dove operiamo. Ma al tempo stesso desideriamo dialogare con la società ed avere un impatto sociale in termini di valori che incarniamo e trasmettiamo alle persone. VAIA rappresenta un nuovo modo di fare impresa, innovativo e coraggioso, capace di fungere da driver per un progetto più ampio che porti a rivalutare in ottica green il nostro modo di fare impresa in Italia.  

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L'adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?

Tutto quello che abbiamo comunicato è sempre stato permeato dalla voglia di essere trasparenti e dalla voglia di generare un impatto positivo sul territorio. Questo è ciò che contraddistingue VAIA, sia in termini di comunicazione interna che esterna. Per esempio, lo storytelling della messa a dimora degli alberi ha avuto un forte impatto nella nostra comunicazione; cerchiamo di coinvolgere il nostro pubblico dando a tutti l’idea di partecipare alla rigenerazione dell’ecosistema danneggiato dalla tempesta Vaia.

Un albero piantato per ogni VAIA Cube venduto”. Questo business model ci ha permesso di differenziarci, di rispondere con successo alle esigenze di mercato. Un mercato pronto ad accettare oggetti che abbiano un valore ambientale e sociale. Siamo un gruppo di circa 15 persone. Tutti giovani. Io e gli altri due fondatori ci teniamo molto affinché i nostri collaboratori interni siano a conoscenza di quello che accade nel mondo dal punto di vista ambientale, penso alla crisi climatica, o ad esempio alle azioni europee e globali per contrastarla. Credo che la comunicazione interna rispecchi poi quella esterna. Non sono due compartimenti stagni, bensì due modi di affrontare lo stesso problema al fine di sensibilizzare le persone e spingerle ad agire.  

Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?

Siamo nati da poco (Settembre 2019) quindi non abbiamo ancora un’attestazione per ogni parte della filiera produttiva capace di misurare tutto il nostro percorso ambientale. Ma ci stiamo lavorando senza sosta, e già nei primi mesi del 2021 riusciremo a comprovare la nostra esigenza di essere sostenibili dalla A alla Z. Al momento il recupero del legno avviene attraverso una filiera certificata PFC. Siamo molto attenti alla dimensione locale. Non siamo a KM0 ma ci siamo vicini. Utilizziamo tutti materiali riciclabili. Il packaging del VAIA Cube è fatto in carta riciclata FSC, il flyer che si trova all’interno è riciclato attraverso i residui di lana. Quindi, nonostante non ci sia una misurazione certificata del nostro footprint, siamo estremamente attenti a rendere compatibile i nostri valori con la nostra idea di business. Abbiamo avviato, già dallo scorso anno, la collaborazione con Etifor, spinoff dell’Università di Padova, nel rispetto del piano di gestione forestale regionale, che consente ai nostri alberi di ricevere il conferimento della certificazione FSC (Forest Stewardship Council).

Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l'azienda, la sostenibilità viene identificata come driver di crescita o competizione?  

Definire il nostro settore merceologico non è facile. Da una parte siamo un amplificatore per smartphone, dall’altra siamo un progetto di economia circolare con il fine di contribuire a rigenerare un ecosistema compromesso. Pertanto, è difficile definire chi siano i nostri competitors e quali sono i nostri vantaggi competitivi sul mercato. In linea generale, voglio dire che l’essere sostenibile in questo momento storico è un fattore premiante, è richiesto dal mercato in quanto sta aumentando la consapevolezza di quello che succede nel nostro pianeta. Le persone prediligono a “prodotti senz’anima” dei prodotti che veicolano dei messaggi green, di attenzione all’ambiente, prodotti capaci di trasmettere messaggi che hanno a che fare con il nostro futuro. La sostenibilità è un grande driver di crescita. In VAIA auspichiamo che questo diventi un trend trasversale, capace di coinvolgere tutti i settori merceologici.

In che misura l'aderire e l'adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?

Noi in VAIA crediamo che il futuro, dopo l’emergenza sanitaria, sarà strettamente collegato ad una volontà di ripartenza e ripensamento delle nostre priorità strategiche, a livello produttivo ma anche rispetto alla società e al suo stile di vita. Siamo di fronte ad un bivio, in quanto è innegabile che ciò che ci sta succedendo è dovuto anche a degli scompensi dell’ecosistema. Penso a quegli studi autorevoli che dicono che l’insorgenza di nuove malattie è riconducibile anche ai cambiamenti climatici. Tutto è connesso. Dobbiamo imparare a rispettare il luogo in cui viviamo, il nostro pianeta. E in quest’ottica, un modello circolare di economia può fare la differenza in un prossimo futuro.

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