Riscaldamento globale e siccità, nonostante le piogge resta la sete
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Riscaldamento globale e siccità, nonostante le piogge resta la sete

 

 

L'inverno 2018-2019 è stato anormalmente povero di precipitazioni. Sempre più frequenti i periodi di siccità legati al riscaldamento globale, che causano ingenti danni alle riserve idriche e all'agricoltura nazionali.

Dal punto di vista meteorologico, il fenomeno trova una sua spiegazione nella persistenza di un anticiclone di blocco sul vicino Atlantico, che ha serrato l'accesso della nostra area territoriale alle perturbazioni atlantiche. Secondo una recente analisi, che comprende dati italo-svizzeri, non si è trattato di un evento senza precedenti, dal momento che ogni stazione considerata era già stato oggetto di periodi di carenza delle precipitazioni, con caratteristiche ancora più estreme. Tuttavia, negli ultimi anni l'Italia sta vivendo episodi siccitosi sempre più frequenti e, in tempi di riscaldamento globale, preoccuparsi è quantomeno doveroso. La carenza idrica rientra, sempre di più e a pieno titolo, fra i periodici allarmi lanciati dalle associazioni ambientaliste, dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e da Coldiretti.

Astinenze prolungate, che interessano anche la stagione autunno-invernale, intaccano infatti quelle riserve idriche superficiali e sotterranee fondamentali nel successivo periodo caldo primaverile-estivo, di per sé il più secco. I danni sono ingenti: la carenza di precipitazioni che ha investito l’Italia nel 2011-2012 e nel 2016-2017, ad esempio, sono costate decine di milioni di euro fra il comparto agricolo, zootecnico e boschivo.

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Non è un caso che, lo scorso gennaio, sia stato presentato a Roma un Osservatorio per il monitoraggio della siccità: si tratta di un progetto realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibimet) in collaborazione con il Consorzio Lamma, nel quadro dell’iniziativa Climate Services di Ibimet. L’Osservatorio è un sistema implementato su piattaforma web che fornisce un servizio operativo semi-automatico per il monitoraggio della siccità.

In particolare, l'iniziativa nasce con l’obiettivo primario di ridurre il gap temporale fra l’insorgere e  l'evolversi di un evento siccitoso e la gestione delle emergenze. I servizi messi a punto si rivolgono a una vasta gamma di utenti con diversi bisogni e competenze: decisori, agricoltori, gestori della risorsa idrica, ricercatori e altri stakeholder.

Uno strumento in più per affrontare al meglio un'emergenza spinosa, che le provvidenziali piogge primaverili- finalmente giunte a dare respiro a fiumi e laghi prosciugati non devono far dimenticare. Nell'attesa che le politiche seriamente orientate alla mitigazione degli effetti del riscaldamento globale facciano il loro dovere, contenendo anche questo problema alla radice.

A tal proposito, proprio a partire dalle immagini delle riserve d'acqua a secco (e trasformate in discariche da quintali di rifiuti plastici), Greenpeace ha rilanciato una petizione -attiva da qualche mese- per chiedere al Governo un taglio drastico delle emissioni di CO2 e un incremento degli investimenti nelle energie rinnovabili.

“Questo non è maltempo, è il nostro Pianeta che chiede aiuto” si legge nell'appello. “Basta promesse: servono azioni urgenti per tagliare le emissioni e abbandonare gas, petrolio e carbone”.

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