Rinnovabili offshore, la scommessa dell’Europa
Energia

Rinnovabili offshore, la scommessa dell’Europa

La strategia dell'Unione Europea per raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 punta sugli investimenti nelle energie rinnovabili offshore: eolico, moto ondoso e fotovoltaico galleggiante saranno, secondo l'UE, determinanti per fare la differenza.

La strategia odierna evidenzia l'urgenza e l'opportunità di aumentare gli investimenti nelle energie rinnovabili offshore. Con i nostri vasti bacini marittimi e la nostra leadership industriale, l'Unione europea ha tutto il necessario per affrontare la sfida. Le energie rinnovabili offshore sono già un vero successo europeo: intendiamo trasformarlo in un'opportunità ancora maggiore per energia pulita, posti di lavoro di alta qualità, crescita sostenibile e competitività internazionale". Con queste parole Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo, ha commentato la strategia- presentata dall'Unione Europea lo scorso 20 novembre- che mira a implementare le energie rinnovabili offshore per raggiungere l'obiettivo europeo della neutralità climatica entro il 2050.

Cosa prevede la strategia UE

Una strategia ambiziosa, quella proposta dall'Unione Europea, che prevede di aumentare di sei volte la capacità dell'eolico in mare in 10 anni (passando dagli attuali 12 GW ad almeno 60 GW entro il 2030) e di 25 volte entro il 2050 (arrivando a quota 300 GW entro il 2050). La potenza installata di energia generata con onde e correnti dovrebbe, invece, crescere dai 13MW di oggi fino a 40GW. Il piano scommette sullo sviluppo dell'eolico galleggiante in tutto il Mediterraneo e su impianti più localizzati per produrre energia da onde e correnti, anche sulla base del fatto che il mercato mondiale delle energie rinnovabili offshore è in rapida crescita, offrendo all'industria dell'UE opportunità di business in tutto il mondo.

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800 miliardi di investimento

Per mettere in pratica il piano, sarà necessario un investimento degno di nota. Nello specifico, la Commissione stima che, per conseguire gli obiettivi fissati, si dovrà avere accesso a circa 800 miliardi di euro in 30 anni, due terzi dei quali serviranno per le infrastrutture di rete.

Per contribuire a sbloccare gli investimenti, la Commissione intende:

- fornire un quadro giuridico chiaro ed efficace, a partire da norme trasparenti sul mercato dell'energia elettrica;

- incoraggiare gli Stati membri a mobilitare tutti i fondi pertinenti a sostegno dello sviluppo del settore;

- assicurare una catena di approvvigionamento rafforzata, migliorando la capacità produttiva, le infrastrutture portuali e aumentando la disponibilità di manodopera adeguatamente qualificata.

L'impatto ambientale, sociale ed economico dell'offshore

Inserito di diritto nel Green Deal europeo, il piano pensato per l'offshore avrà un impatto ambientale sull'ecosistema marino, oltre che effetti sociali ed economici sulle attività che ne dipendono. Per analizzarli e monitorarli adeguatamente, la Commissione ha annunciato che consulterà regolarmente una comunità di esperti provenienti dalle autorità pubbliche, dagli stakeholder e dalla comunità scientifica.

Parallelamente, la Commissione ha adottato un nuovo documento di orientamento sullo sviluppo dell'energia eolica e la legislazione dell'UE in materia di natura. Secondo Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, la strategia "indica come sviluppare le energie rinnovabili offshore integrandole con altre attività umane - come la pesca, l'acquacoltura o il trasporto marittimo - e in armonia con la natura. Le proposte ci consentiranno inoltre di proteggere la biodiversità e affrontare possibili conseguenze socioeconomiche per i settori che dipendono dalla buona salute degli ecosistemi marini, promuovendo così una solida coesistenza all'interno dello spazio marittimo".

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