Riciclo rifiuti: trend positivo, ma servono semplificazione e cultura

Riciclo rifiuti: trend positivo, ma servono semplificazione e cultura

Dal Report “L’Italia del Riciclo, emerge come l’industria italiana del recupero dei rifiuti abbia raggiunto risultati d’avanguardia. Oltre ad impianti efficienti, però, occorrono incentivi all’utilizzo di prodotti realizzati con materiali riciclati.

Quando si fa il punto sull’economia circolare, il tema rifiuti è sempre in primo piano. Ecco perché i dati contenuti nel rapporto 2021 di Fondazione Sviluppo Sostenibile e FISE UNICIRCULAR (Unione Imprese Economica Circolare) sono particolarmente interessanti. “L’Italia del Riciclo” delinea il ritratto di un Paese che, nel 2020, ha raggiunto in anticipo diversi obiettivi fissati a livello europeo in molte filiere del riciclo.

Nonostante la Pandemia, che ha messo in ginocchio molti settori dell’economia, l’industria nazionale del riciclo si guadagna una posizione di rilievo, e grazie ai fondi del PNNR sarà possibile investire sempre di più in questa direzione.

Ecco i dati principali contenuti nel report, filiera per filiera.

  • Imballaggi: il 73% degli imballaggi messo a consumo è stato riciclato nel 2020, con un +3% rispetto all’anno precedente. Gli obiettivi europei sono stati centrati per tutti i tipi di imballaggi, tranne per quelli in plastica, che si attestano sul 49% (rispetto al 50% da raggiungere entro il 2025).
  • RAEE: solo il 38,4% dei prodotti immessi al consumo viene riciclato, restando così ben lontano da quell’obiettivo fissato al 65% per il 2019.
  • Veicoli fuori uso: anche qui, l’85% del riciclo resta lontano da quello del 95%, fissato per il 2015.
  • Pile e accumulatori portatili sono fermi ad un tasso di raccolta del 43%, mentre per il 2016 ci sia aspettava di raggiungere il 45%.
  • Oli usati: il tasso di raccolta è in calo rispetto al 2019. -11%, per quelli minerali, -12% per quelli vegetali esausti.
  • Rifiuti organici: per questo gruppo si registra un aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente.
  • Rifiuti tessili: anche in questo ambito si registra un aumento nei materiali riciclati rispetto al 2019 (dell’8% per la precisone).
  • Rifiuti inerti: un altro obiettivo superato con anticipo, nel 2019, è quello dei rifiuti inerti che arrivano a quota 78%.
  • Solventi: una percentuale del 77% dell’immesso in consumo viene riciclato in questo ambito.

Questi anni di pandemia ci stanno facendo toccare con mano quanto le nostre economie siano fragili e dipendenti dalla politica degli approvvigionamenti di altri Paesi”. Con queste parole, Paolo Barberi, Presidente di Fise Unicircular, ha presentato il report, sottolineando come il riciclo possa contribuire non solo a salvaguardare il Pianeta, ma anche a mitigare i sempre più attuali problemi di approvvigionamento e fluttuazione dei prezzi delle materie prime.  Per questo motivo occorre andare oltre il semplice approccio tecno-impiantistico e promuovere politiche e azioni, ma anche una cultura, che siano in grado di scoraggiare il consumo di prodotti ottenuti da materie prime vergini a favore di quelli che impiegano “ materie prime seconde”, più sostenibili sotto vari aspetti.

Per dirlo con le parole di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: “Per cogliere le nuove sfide, il riciclo deve avere maggiori sbocchi per i materiali che produce, in modo che le materie prime seconde siano preferite alle materie prime vergini,maggiormente richieste e impiegate”.

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