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Il contributo di oggi è fornito da Luca Tosto di Assoambiente.

Riforma SPL – Solo l’inizio di una nuova fase per il settore ambientale

Negli ultimi 20 anni quasi ogni Governo si è misurato con una (tentata) riforma dei servizi pubblici locali, concludendo la sua esperienza in modo (più o meno) fallimentare. Da ultimo, nel 2015 il Parlamento aveva approvato la legge Madia (legge n. 124/2015) ma con un ennesimo fallimento del “Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale” che venne sì approvato dal Consiglio dei ministri, ma non fu mai portato alla firma del Presidente della Repubblica, a causa di una sentenza della Corte Costituzionale.

Il Governo di recente insediatosi, sull’esigenza di attuazione del PNRR, ha portato avanti il lavoro impostato dal Governo Draghi ed ha approvato il Decreto legislativo del 23 dicembre 2022, n. 201 di riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.

In linea generale le disposizioni del testo di riordino, attuazione della legge sulla concorrenza, sono indice di una scelta, del resto imposta e già annunciata nel PNRR, di operare nel senso di una nuova e maggiore liberalizzazione. Basta questa riforma, sebbene importante, a dare razionalità, concorrenza e slancio al comparto dei rifiuti, quale servizio pubblico locale?

La riforma, da questo punto di vista, non è rivoluzionaria e raccoglie per la gran parte lo stato di evoluzione della giurisprudenza in materia.

Uno degli obiettivi condivisi è, ancora una volta, quello di porre un argine all’abuso dell’affidamento diretto, strumento che non trova stabilità da quando il referendum del 2011 sull’acqua pubblica ha fatto naufragare le riforme precedenti e ha di fatto pregiudicato quelle successive.

Guardando alle riforme auspicate e quelle in corso di adozione, occorre porre l’accento su ulteriori aspetti, dove la necessità primaria, che si direbbe scontata, è un baluardo difficilmente raggiungibile. Occorre a gran voce ribadire che oltre alla sistematizzazione della normativa sui servizi pubblici locali, l’urgenza più ampia per il mondo dei rifiuti è quella di ricondurre la disciplina complessiva a dimensioni ragionevoli e restituire organicità, semplicità e chiarezza ad un quadro giuridico frastagliato ed in continuo mutamento.

In tal senso, allora, è impossibile non rimarcare l’opportunità (storica) di mettere ordine in modo coordinato, e quasi in contemporanea rispetto alla normativa sui servizi pubblici locali, al quadro normativo di riferimento degli appalti pubblici quale vero primo passo per sviluppare dinamiche competitive finalizzate ad elevare la qualità dei servizi erogati che soddisfino a pieno i bisogni dei cittadini.

Solo per fare un esempio, in materia di contratti pubblici è indispensabile che siano allineate alla regolazione dell’ARERA per comparto rifiuti tutte le fasi del servizio, partendo dalle norme generali e da quelle sulle procedure di affidamento: troppo di frequente, infatti, si assiste ad affidamenti non in linea con la regolazione dell’Autority di settore. Così come è fondamentale dare chiarezza sui meccanismi normativi che consentano - in armonia con la regolazione di ARERA - di riguadagnare rapidamente un equilibrio contrattuale a favore delle imprese, adeguando un aumento dei valori dei corrispettivi per tenere conto dei costi reali.

Nel solco di queste riforme attese come comparto rifiuti ci aspettiamo due ulteriore possibilità di slancio.

La prima riguarda l’istituzione, a fine del 2022, di un Gruppo di Lavoro ah hoc del Dipartimento per le riforme istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha compiti di studio, consulenza e analisi l’elaborazione di proposte idonee a favorire la semplificazione normativa.

La seconda, non per importanza, attiene a quanto annunciato il 12 gennaio dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin circa una revisione completa del Testo unico ambientale e di tutte le norme conseguenti. Si è parlato di partenza verso “una riforma completa del Codice ambiente e di tutte le norme conseguenti”. Le dichiarazioni del Ministro raccolgono le istanze già da anni avanzate da Assoambiente di riordino completo della normativa ambientale, in nome della semplificazione e dello snellimento burocratico.

Nel complesso speriamo e lavoriamo in tal senso, affinché queste opportunità vengano colte, consapevoli - sempre - che solo una applicazione pratica delle norme e delle prassi potrà dimostrare se le riforme annunciate saranno effettivamente in grado di restituire razionalità al comparto.

 

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