Nucleare, una nuova vita?

Nucleare, una nuova vita?

Lo scorso 5 gennaio SOGIN, la Società di Stato che si occupa dello smantellamento e della messa in sicurezza degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi, ha pubblicato sul proprio sito la Carta Nazionale dei siti potenzialmente idonei alla costruzione dello stabilimento dei rifiuti radioattivi (d’ora in poi Cnapi).

Tutto questo ovviamente ha suscitato scalpore e agitazione da parte dei più considerato che in Italia ancora oggi parlare di nucleare significa infrangere un tabù. Per poter entrare nel vivo della questione si ritiene doveroso fare chiarezza su quale sia la portata del “nucleare” nel nostro Paese.


Un po' di storia

  • Correva l’anno 1934 quando a Roma in Via Panisperna un gruppo di giovani scienziati italiani, Emilio Segrè, Franco Rasetti, Bruno Pontecorvo, Edoardo Amaldi e Ettore Majorana capeggiati da Enrico Fermi e passati alla storia come i Ragazzi di Via Panisperna, gettarono le basi per la fisica nucleare.
  • Circa 12 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il 25 marzo del 1957 sempre a Roma veniva firmato il trattato istitutivo della Comunità europea dell’energia atomica (CEEA o EURATOM), i cui fini erano principalmente quello di favorire il progresso nel campo dell’energia nucleare, garantire un approvvigionamento energetico ai Paesi firmatari (Belgio, Francia, Repubblica Federale di Germania, Lussemburgo, Italia e Paesi Bassi) e promuovere un uso pacifico dell’energia nucleare.
  • Il tragico incidente avvenuto alla centrale nucleare Lenin di Chernobyl (Ucraina) nella notte del 26 aprile 1986, portò gli Italiani nel novembre 1987 a votare per la chiusura dei reattori siti a Caorso (PC), Trino (VC), Borgo Sabotino (LT) che venivano messi nella condizione di “safe store” (custodia protettiva passiva) e la conseguente interruzione dei lavori per la costruzione delle nuove centrali di Montalto di Castro (LT) e Trino 2.
  • 11 marzo 2011 il disastro alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi dovuto al violentissimo tsunami che colpì allora il Giappone, convinse ancor di più gli Italiani a decidere di abbandonare definitivamente il nucleare.
  • 30 dicembre 2020 Sogin riceve da parte del Ministero dello Sviluppo economico e del Ministero dell’Ambiente il nulla osta alla pubblicazione sul proprio sito della documentazione relativa alla realizzazione del Deposito Nazionale e del Parco Tecnologico.

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Cosa è successo il 5 gennaio, cos’è la Cnapi e cosa prevede

Il 5 gennaio SOGIN, ha pubblicato la Cnapi, il progetto preliminare e tutti i documenti relativi alla realizzazione del Deposito Nazionale e del Parco Tecnologico, le due strutture che consentiranno di raccogliere e gestire i rifiuti radioattivi di bassa e media attività attualmente dislocati su tutto il territorio nazionale. Contestualmente ha avviato ai sensi del Decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31. una consultazione pubblica di 60 giorni in merito alla localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito Nazionale e del Parco Tecnologico.

Durante tale periodo chiunque abbia interesse può inviare osservazioni e proposte tecniche sulla documentazione oggetto di consultazione ossia la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente idonee e sul Progetto Preliminare tramite applicativo web o apposito indirizzo pec. Per maggiori informazioni consultare il sito ufficiale. Allo stato attuale le aree individuate dalla Cnapi e che rispondono ai requisiti previsti dalla Guida Tecnica n. 29 del 4 giugno 2014 dell’ISPRA (attuale ISIN, Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nazionale e la Radioprotezione) sono circa 67.


Il Deposito Nazionale

Il Deposito Nazionale e il Parco Tecnologico saranno costruiti all’interno di un’area di circa 150 ettari, di cui 110 destinati al Deposito e 40 al Parco Tecnologico. Il Deposito ospiterà circa 78000 metri cubi di rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa radioattività prodotti in Italia. Sul totale di circa 78.000 metri cubi, 33.000 metri cubi di rifiuti sono già stati prodotti, mentre i restanti 45.000 metri cubi verranno prodotti in futuro e deriveranno dallo smantellamento delle installazioni nucleari e dalla medicina, industria e ricerca nei prossimi 50 anni.

Conclusioni

Per poter parlare di un modello di economia circolare e non utopistico è necessario che in Italia la questione nucleare venga risolta quanto prima e con un dispiegamento simbiotico di energie positive da parte non solo delle Istituzioni e delle forze politiche ma anche e soprattutto dei cittadini. “Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa?” (Le notti bianche, F. Dostoevskij).

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