Mobilità sostenibile: firmato protocollo per la transizione ecologica
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Mobilità sostenibile: firmato protocollo per la transizione ecologica

Novità sulle infrastrutture e la mobilità sostenibile in Italia: i Ministri Giovannini e Messa hanno firmato un protocollo per la transizione ecologica.

Il settore della mobilità è uno dei più inquinanti in Italia: secondo il rapporto MobilitAria 2022, nel nostro Paese i gas serra nei trasporti sono cresciuti del 3,9% tra il 1990 e il 2019, con città che hanno ancora tendenza alla crescita.

Da questo assunto è sempre più importante gettare una luce sull’approccio italiano alla mobilità e alle infrastrutture, parlando di soluzioni più efficienti e sostenibili. Dalla sinergia tra il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) e il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) è nato un protocollo pensato per “accompagnare la transizione ecologica e digitale”, offrendo le migliori alternative tecnologiche per le infrastrutture e i sistemi di mobilità.

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L’intesa prevede una cooperazione tra ministeri al fine di incentivare la ricerca e la formazione universitaria, per portare proposte utili al raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni al 2030 e di decarbonizzazione al 2050, così come previsto dal Green Deal.

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L’importanza della ricerca e della formazione

I Ministri hanno voluto investire, in questo protocollo, nella ricerca e nella sua capacità di introdurre soluzioni in grado di guidare la transizione ecologica.

Secondo il Ministro Giovannini, “Per accelerare il cambio di paradigma verso lo sviluppo sostenibile nei settori delle infrastrutture e della mobilità, e in particolare per vincere la grande sfida incorporata nel pacchetto europeo ‘Fit for 55’, è essenziale il contributo della ricerca per individuare le soluzioni tecnologiche più innovative”.

“Per affrontare le sfide della sostenibilità il contributo delle competenze e della ricerca è fondamentale, in particolare nella scoperta di soluzioni tecnologiche innovative che consentano all’Italia di essere sempre più competitiva senza incidere negativamente sull’ambiente” ha dichiarato il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. “In tutte le azioni del Pnrr sulla ricerca gestite dal MUR il vincolo di contribuire, per contenuti e risorse, alla transizione ecologica, è trasversale e tutti i progetti devono prevedere quote orientate in tal senso. Solo lavorando insieme e facendo sistema raggiungeremo gli obiettivi fissati”.

 

Su cosa si basa la ricerca

La ricerca di soluzioni per ridurre l’impatto ambientale del comparto mobilità nasce sulla base di diverse direttrici. Da una parte, le attività sono volte alla costruzione di “carbon neutral cities”, per l’abbattimento delle emissioni della mobilità urbana e l’introduzione di batterie innovative.

Dall’altra, sono attive ricerche per abbattere i costi di produzione, trasporto e distribuzione di carburanti energetici alternativi, introdurre sistemi di ricarica dinamica nelle reti stradali e autostradali, ma anche monitorare efficacemente tutte queste attività e renderle effettivamente parte integrante del nuovo modello di mobilità italiano.

Una menzione a parte merita il rinnovamento delle rete idrica e la volontà di ridurre le dispersioni: secondo le statistiche Istat, ​​nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi d’acqua per chilometro di rete idrica, ovvero il 36,2% dell’acqua immessa nel sistema.

L’intesa tra i Ministeri porterà alla creazione di un Comitato di indirizzo, composto dai due Ministri (o loro delegati) e da due rappresentanti per ciascun Dicastero, al fine di coordinare al meglio le attività previste dal protocollo.

 

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