Legambiente presenta Ecomafia 2018: gli orrori dell’illecito a discapito dell’ambiente

Legambiente presenta Ecomafia 2018: gli orrori dell’illecito a discapito dell’ambiente

Numeri allarmanti e inquietanti quelli riportati dal Rapporto Ecomafia  di Legambiente, che per certi aspetti, anno dopo anno, aumentano di numero e pericolosità: 538 le ordinanze di custodia cautelare emesse per reati ambientali nel 2017 (139,5% in più rispetto al 2016).

Ogni anno viene presentato e venduto il Rapporto Ecomafia di Legambiente (Edizioni Ambiente Editore): uno scrigno in cui si rivelano i settori della criminalità organizzata che la vedono protagonista nel business dei rifiuti (traffico e smaltimento), abusivismo edilizio, traffici clandestini di opere d’arte, di animali esotici oltre che nella filiera agroalimentare.

Il primo grande passo nella giurisdizione si compie nel maggio del 2015, dopo circa vent’anni di battaglie da parte di Legambiente, associazioni e singoli cittadini, quando il Senato finalmente approva il Ddl 1345 B: chiunque compirà un reato ambientale non rimarrà impunito. Ad oggi, grazie all’entrata in vigore di questa legge sugli ecoreati, sono diminuiti gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali, anche se i numeri rimangono ancora troppo elevati.

“La lotta agli eco criminali deve essere una delle priorità inderogabili del governo, del parlamento e di ogni istituzione pubblica, così come delle organizzazioni sociali, economiche e politiche, dove ognuno deve fare la sua parte, responsabilmente” riporta Stefano Ciafani, Direttore generale di Legambiente.

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Secondo il Rapporto 2018 è la Campania la regione in cui si concentra il numero più elevato di illeciti ambientali (14,6% del totale nazionale), seguita dalla Regione Sicilia, Puglia, Calabria, Lazio (che si posiziona al primo posto come Regione del centro Italia) e Liguria (prima al Nord). Un numero che è vertiginosamente cresciuto rispetto a due anni fa quando si era stimato fossero stati commessi 265 procedimenti totali avviati dalle procure: quest’anno sono triplicati (614 secondo i dati rilasciai dal Ministero della Giustizia e citati nel Rapporto). Nel 2017 invece il traffico illecito dei rifiuti era arrivato a toccare il 24%; mentre invece nel 2018 sono aumentate le tonnellate di rifiuti sequestrati: dal 1 gennaio al 3 maggio 2018 sono state sequestrate 4,5 milioni di tonnellate  di rifiuti illeciti.

Un monito e un incoraggiamento viene da Stefano Ciafani, che dichiara: “L’Italia dimostri con fatti concreti di voler investire e puntare davvero sull’economia civile per contrastare quella ecocriminale e per promuovere un’economia sostenibile e innovativa fondata sul pieno rispetto della legalità, sui principi della solidarietà, capace di creare lavoro e contribuire alla custodia dei patrimoni del nostro Paese”.

Anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, si è esposto per parlare di questa enorme problematica e ha commentato: “Lo sviluppo dell'Italia dipende dalla capacità di salvaguardare l'equilibrio dell'ambiente, assicurare la salubrità dei luoghi in cui vivono le comunità, tutelare la varietà e le bellezze italiane, promuovere una crescita rispettosa della legalità. L'ambiente degradato e saccheggiato è, al tempo stesso, uno spazio vittima delle organizzazioni del crimine e brodo di cultura della loro espansione. Laddove si attiva un circolo virtuoso di recupero, là vengono avversate e sconfitte le mafie”.

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