Le interviste del Direttore: Claudio Picech
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Le interviste del Direttore: Claudio Picech

Intervista a Claudio Picech, Presidente, CEO e Head of Smart Infrastructure di Siemens S.p.A.

Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. La rubrica, realizzata su base settimanale e pubblicata nella giornata del martedì,  si basa sulla realizzazione di interviste condotte dal direttore in modo autonomo o a fronte di valutazione di temi o iniziative particolari, corredati di dati. Per informazioni scrivete a: direzione@nonsoloambiente.it

A seguito del Forum della Sostenibilità di Fortune Italia che si è tenuto lo scorso 25 novembre, abbiamo avuto il piacere e l’occasione di intervistare Claudio Picech, Presidente, CEO e Head of Smart Infrastructure di Siemens S.p.A.

La tecnologia è sicuramente uno degli strumenti che ci consente di poter affrontare e gestire le sfide del futuro, quali ad esempio i cambiamenti climatici, con maggiore tranquillità. Siemens da anni è impegnata nello sviluppo e nell’adozione di tecnologie all’avanguardia che dimostrano come le smart cities siano ormai il prossimo futuro. Secondo Lei siamo tutti ugualmente pronti per entrare nell’era digitale?
In Siemens crediamo che prima di tutto sia necessario un approccio centrato sulle persone. Prima di concentrarsi su una tecnologia, occorre capire cosa può fare quella tecnologia per le persone che la usano e come ne sono impattati. Partiamo dagli edifici, sono intelligenti nella misura in cui i dati vengono utilizzati e analizzati. Ciò consente a un edificio di essere più flessibile, più personale e, in definitiva, più produttivo per noi umani. Secondo recenti studi, i miglioramenti attraverso la digitalizzazione e l'interconnettività possono ridurre l'impronta ecologica di un edificio fino all'80% rispetto a un edificio medio. Ma non mi fermerei qui, perché gli edifici non si limitano a consumare energia. Produrranno anche energia.

Lo smart building può cioè essere integrato alla rete di distribuzione formando un ecosistema energetico. Gli edifici avranno quindi un ruolo come prosumer nel sistema energetico. Le città intelligenti o meglio ancora gli smart district sono realtà dove gli edifici parlano con la rete, adattandosi alle esigenze delle persone, in un’ottica di efficienza energetica e riduzione dei consumi. A titolo di esempio lavora in quest’ottica il nostro progetto "Sustainable Life-style: Merlata Smart Grid" sviluppato all'Ex Villaggio Expo 2015 come prototipo di smart grid energetica multi-vettore. Ha consentito il monitoraggio in tempo reale e continuo delle prestazioni energetiche della "Cascina Merlata" per migliorarne le prestazioni, e per aprire l'area alla sperimentazione sui temi dell'autoconsumo collettivo, della comunità energetica, dell'accumulo e della mobilità alternativa, che rappresentano le sfide energetiche del prossimo decennio per Europa e Milano.

Agli edifici intelligenti infatti sta accadendo quello che è successo ai computer con Internet. Possono essere collegati alla rete elettrica della città, al gas, all'acqua, alla rete di riscaldamento. Diventeranno parte di un ecosistema intelligente, in cui tutti sanno come interagire l'uno con l'altro. Ecco perché l'esempio di Internet è un ottimo paragone. Naturalmente, nessuno costruirà mai una città intelligente da zero, ma una città diventerà più intelligente man mano che i suoi edifici diventeranno più intelligenti. L’era digitale è già cominciata e la pandemia nella quale tuttora stiamo vivendo è stato un acceleratore di trasformazioni in questo senso. Non vale più la pena chiedersi se siamo tutti pronti, perché non c’è scelta, l’alternativa è uscire dal mercato. Piuttosto chiediamoci se possiamo fare di più per garantire le condizioni minime di accesso alla trasformazione digitale per le aziende sia grandi che piccole, dalla banda larga agli incentivi per fare investimenti di lungo periodo. Ora abbiamo una grande occasione, non sprechiamola.

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Siemens ha promosso ed attuato tanti programmi in tema di sostenibilità quali il Carbon Neutrality, lanciato nel 2015 il cui obiettivo era di diventare entro il 2030 la prima grande società industriale a impatto zero. Quali altri ambiziosi ed importanti progetti avete in serbo per il futuro in ottica green?
Proprio così. Poiché la decarbonizzazione è un passo fondamentale verso la costruzione di un futuro sostenibile, Siemens ha già stabilito un piano nel 2015 per diventare carbon neutral entro il 2030. Quest'anno, abbiamo superato il nostro obiettivo di dimezzare le nostre emissioni entro il 2020. Il nostro ultimo rapporto sulla sostenibilità (Sustainability report 2020) descrive in dettaglio le azioni che stiamo intraprendendo per ridurre al minimo la nostra impronta di carbonio, incluso un nuovo strumento ESG per aiutare a identificare e mitigare qualsiasi potenziale rischio ambientale e sociale per i progetti che la nostra azienda intraprende. Abbiamo anche mappato fra gli obiettivi degli UN goals 2030 quelli su cui possiamo avere un maggior impatto diretto, su cui concentrare i nostri sforzi, in linea con il nostro approccio di creazione di valore business to society.

In Italia, abbiamo molti progetti in chiave sostenibile, dalle residenze di Cascina Merlata a Milano al quartier generale di Angelini a Roma. Il progetto manifesto di quello che pensiamo sia una infrastruttura smart e green è il nostro quartier generale, Casa Siemens, un esempio di ecosistema sostenibile, che fa parte del programma globale di Carbon neutrality di Siemens nel mondo. Basti pensare che grazie allo sviluppo della Microgrid di Casa Siemens nel 2020 siamo arrivati a ridurre le emissioni di CO2 del 63% rispetto al 2017, quando la nostra presenza a Milano era suddivisa tra le sedi di Milano Bicocca e Milano Vipiteno.

Parte del nostro approccio alla sostenibilità è anche la nostra cultura dello Smart Working, iniziata con un progetto bottom-up di change management nel 2011 e compiutosi nel 2018 con un accordo quadro che ha previsto questa modalità di lavoro per la totalità della popolazione Siemens in Italia (eccetto i blue collar). Oltre a creare una cultura professionale flessibile e orientata alla fiducia questa iniziativa ci ha permesso quest’anno di lavorare in full Smart Working proteggendo i nostri collaboratori e senza alcun impatto sul business, e poi di riaprire la sede in totale sicurezza garantendo alle persone un luogo in cui incontrarsi. Anche questa è sostenibilità.

 

CLAUDIO PICECH

Classe 1967 e laurea in Ingegneria, Claudio Picech inizia la carriera in ABB e prosegue il proprio percorso professionale in Alstom dove assume il ruolo di Managing Director. Claudio Picech entra in Siemens nel dicembre 2014 come Country Division Lead di Energy Management. Il 1° ottobre 2018 Claudio Picech è nominato CEO di Siemens SpA. Il 25 gennaio 2019 ne diventa anche Presidente. Dal 1° aprile 2019, oltre a mantenere questi due incarichi, è Head of Smart Infrastructure. Claudio Picech è Presidente della Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien) dal 9 giugno 2020.

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