Geotermia: la rivoluzione dell’energia dal 2026
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Geotermia: la rivoluzione dell’energia dal 2026

L’energia geotermica rappresenta una valida opportunità per creare un futuro realmente ecosostenibile. Una vera e propria rivoluzione geotermica che potrebbe avvenire entro il 2026, tramite la creazione di un buco nella crosta terrestre.

Una trivella a onde in grado di perforare di 20 km la crosta terrestre in modo da ottenere energia geotermica praticamente illimitata e soprattutto green. È la tecnologia di Quaise Energy che grazie a un recente finanziamento di 40 milioni di dollari, prevede di perforare la roccia superficiale grazie all’utilizzo di onde millimetriche ad alta potenza. Questo permetterebbe di superare i limiti delle trivelle meccaniche che sono influenzate dalla pressione e dall’intenso calore generato dalla profondità della crosta terrestre. Le normali trivelle in metallo, infatti, si rompono o si sciolgono oltre una certa profondità, ovvero quando calore e pressione diventano eccessivi per essere gestiti. L’obiettivo di Quaise Energy è quello arrivare a sostituire le attuali centrali elettriche a combustibili fossili, come ad esempio il carbone, e utilizzare i quasi 500° C provenienti dalla crosta terrestre.

 

La Quaise Energy, fondata da alcuni ricercatori specializzati del Mit di Boston - ha progettato e realizzato la modalità di scavo ibrida, dove le più moderne tecnologie di trapanazione rotativa tradizionale vengono affiancate da un sistema a energia diretta alimentato da un girotrone, un apparecchio capace di generare onde elettromagnetiche molto corte che è in grado di sbriciolare e poi fondere anche gli strati di roccia più dura. Tra i vantaggi, la possibilità di perforare alla incredibile velocità di 70 metri all'ora producendo una tubazione cilindrica di 5 cm di diametro, il che permetterebbe di pompare acqua fino a 20 km di profondità dove le temperature superano i 500 gradi e le rocce cominciano a diventare più fluide in un solo mese di lavoro.

 

Perforare fino a profondità mai sondate prima inoltre, non porterebbe rischi sismici né vulcanici. Il progetto prevede l'apertura di una prima centrale dedicata da 100 MW entro il 2026 ma le tensioni con la Russia hanno accelerato la necessità di transizione energetica e potrebbero anticiparne la realizzazione. Ora si sta lavorando su macchine dimostrative su vasta scala da presentare ai potenziali clienti, ma la fetta principale del business starà nel trasformare le centrali a carbone o a gas già esistenti (e prossime alla chiusura per questioni di sostenibilità) in centrali geotermiche, affiancando alle medesime una perforazione che porterebbe vapore inesauribile, pulito, economico ed efficiente. Quelle turbine potrebbero teoricamente rendere ogni paese completamente autonomo da un punto di vista energetico, senza i costi e le inefficienze del solare, dell'eolico, dell'idrogeno e del nucleare.

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