Gas, firmati gli accordi tra Italia e Algeria, cosa prevedono?
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Gas, firmati gli accordi tra Italia e Algeria, cosa prevedono?

La guerra in Ucraina ha messo in luce quanto l’Italia sia tra i Paesi europei più poveri da un punto di vista energetico.

Il gas russo rappresenta il 45% delle importazioni a livello europeo ed è in grado di coprire circa il 40% del fabbisogno europeo per quanto riguarda i consumi. Si stima che l’Unione europea abbia esportato dall’ex Repubblica sovietica sino ad ora circa 155 miliardi di metri cubi di gas all’anno. In queste ore l’Italia sta provvedendo a stilare accordi con altri Paesi per diversificare le proprie fonti energetiche, tra questi vi è quello con l’Algeria, guidata dal Presidente Abdelmadjid Tebboune, con cui sono stati sottoscritti due differenti convenzioni.

Gli accordi tra Italia e Algeria

Il Presidente del Governo Mario Draghi si è recato ad Algeri lo scorso 11 aprile e ha dapprima avuto un incontro con il Primo Ministro algerino, Aïmen Benabderrahmane, e dopo con il Presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune.

L’Italia ha siglato con l’Algeria due differenti accordi:

  • uno è la Dichiarazione di intenti sulla cooperazione nel settore dell’energia, sottoscritta dal Ministro degli Esteri algerino Ramtane Lamamra ed dal Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, alla presenza del Primo Ministro algerino, Aymen Benabderrahmane, del Ministro dell’Energia algerino Mohamed Arkab, e del Ministro italiano della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani;
  • l’altro è quello sottoscritto tra l’Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e il Presidente di Sonatrach, Toufik Hakkar, che consentirà di aumentare le esportazioni di gas dall’Algeria verso l’Italia a partire dal prossimo autunno e che consentirà un flusso di gas pari a circa 9 miliardi di metri cubi all'anno nel 2023-24.

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La rete del gas in Italia

Attualmente in Italia vi sono 5 differenti gasdotti, ossia infrastrutture che trasportano il gas e attraversano la penisola collocati rispettivamente:

  • 3 al sud: Transmed (Mazara del Vallo, Sicilia), Greenstream (Gela, Sicilia), TAP (Melendugno, Puglia);
  • 2 al nord: Transitgas (Passo Greis, Piemonte) e TAG (Tarvisio, Friuli Venezia Giulia).

Quanto invece ai rigassificatori, gli impianti in cui viene raccolto il gas naturale liquefatto (GNL) trasportato dalle navi metaniere, l’Italia ne ha 3 attualmente in funzione:

  • uno in Toscana ormeggiato tra Livorno e Pisa;
  • uno in Liguria, Panigaglia (La Spezia);
  • uno in Veneto, Provincia di Rovigo.

A tal proposito giova precisare che oltre all’Italia, altri Paesi europei stanno cercando vie alternative per potenziare il proprio bacino energetico. Tra questi figura la Grecia il cui governo sarebbe in trattativa con l’Egitto per la costruzione di un cavo elettrico sottomarino.

Il panorama europeo: il nuovo pacchetto di sanzioni

Mentre il conflitto in Ucraina continua a mietere vittime e violenza, l’8 aprile scorso il Consiglio dell’Unione europea ha adottato un ulteriore pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. Il pacchetto prevede tra l’altro:

  • il divieto, a partire da agosto 2022, di acquistare, importare o trasferire nell'UE carbone e altri combustibili fossili solidi, se originari della Russia o esportati dalla Russia;
  • il divieto di dare accesso ai porti dell'UE alle navi registrate sotto la bandiera della Russia;
  • il divieto alle imprese di trasporto su strada russe e bielorusse di trasportare merci su strada nell'Unione, anche in transito, fatta eccezione per i prodotti farmaceutici, medici, agricoli e alimentari.

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