Comunicazione ambientale e sviluppo sostenibile

Comunicazione ambientale e sviluppo sostenibile

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Di questi tempi la comunicazione su tematiche ambientali e sviluppo sostenibile dovrebbe essere imprescindibile dalla cronaca quotidiana. Tuttavia bisogna ancora compiere molti passi in avanti per giungere ad una allargata e corretta divulgazione ambientale.

Vi sarete resi conto che, sempre più spesso, durante i servizi dei telegiornali e sugli articoli di cronaca appaiono immagini di intere foreste devastate dalla forza del vento, di ettari di boschi e abitazioni divorate dalle fiamme, di preoccupanti scioglimenti dei ghiacciai, di specie animali a rischio e temperature sempre più alte. 

Secondo quanto emerge dal Rapporto Ecomedia 2017, realizzato da Pentapolis Onlus, solo nei primi sei mesi del 2017 le notizie dei media dedicate all’ambiente sono state l’11% del totale di quelle andate in onda sulle principali televisioni italiane.

Nel Rapporto si evince che tra le news dedicate alle tematiche ambientali, nel 46% dei casi si tratta di “cronaca di disastri naturali”, per il 26% di argomenti legati alle “condizioni meteorologiche" e l’8% restante è dedicato a natura e animali. Nulla di tutto questo fa trasparire una comunicazione che mira alla crescita sociale, in cui gli spettatori vengono “istruiti” riguardo le tematiche ambientali e allo sviluppo sostenibile, tantomeno ai 17 Obiettivi dell’Agenda Onu 2030.

Fortunatamente da qualche anno Università, Comuni, aziende e terzo settore si stanno facendo promotori di una comunicazione – per quanto ancora fievole – riguardante lo sviluppo sostenibile e un approccio green per favorire il benessere dei cittadini, dei consumatori e naturalmente dell’ambiente.

Un’esperienza sicuramente degna di nota è stata la prima edizione della Siena Summer School on Sustainable Development. Svoltasi lo scorso settembre presso il Santa Chiara Lab dell'Università di Siena, è il primo corso interdisciplinare sullo Sviluppo Sostenibile indetto da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) in collaborazione con Santa Chiara Lab dell’Ateneo senese, Fondazione Enel, Leonardo, Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile e le reti Sustainable Development Solutions Network Italia e Mediterraneo, promosse dalle Nazioni Unite.

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“L'organizzazione della Summer School per ASviS ha significato l'avvio di un percorso che già abbiamo iniziato con il Miur, con la sensibilizzazione delle scuole e Università, ma soprattutto ha significato il superamento di una logica settoriale verticale per favorirne un approccio multidisciplinare – spiega Giulio Lo Iacono, Responsabile delle relazioni con gli stakeholder di AsviS – sia la scelta dei docenti ma anche quella degli alunni (solo 30 gli ammessi a fronte di più di 150 candidature), che venivano da diverse esperienze professionali e differenti ambiti, è nata proprio con questa logica: abbracciare la complessità che l'Agenda 2030 rappresenta per offrire una visione delle interconnessioni dei Goal per favorirne un approccio integrato”.

Durante le due settimane di corso, in cui si è voluto dare un ampio spettro inter e multidisciplinare abbracciando tutti gli obiettivi dell'Agenda 2030, sono intervenuti numerosissimi docenti, ricercatori, professori, studiosi che hanno trasmesso le loro competenze facendo un'analisi dello stato attuale in cui si trova il nostro Pianeta proiettando un ipotetico (ma non improbabile) scenario futuro a cui si potrà giungere se non dovesse avvenire immediatamente un cambiamento radicale a livello globale.

“Per raggiungere gli obiettivi dell'agenda 2030 dobbiamo unire le forze perché per fare goal serve un gioco di squadra – dichiara Simone Cresti, manager di UN SDSN Mediterranean network e tra i principali responsabili dell'organizzazione della Summer School – i governi, le imprese, i cittadini devono inseguire obiettivi comuni e andare nella stessa direzione. La sfida è difficile ma insieme possiamo riuscirci”.

Purtroppo oggi non tutti conoscono l'Agenda Onu 2030, figuriamoci i suoi 17 Obiettivi, ma dovremmo iniziare a impararli tutti a memoria, capirli, condividerli, e lavorare affinché possano realizzarsi.

Anche noi, a livello globale, dovremmo sentirci milioni di piccoli obiettivi che si muovo nel vasto pianeta cercando la giusta connessione tra tutti, incoraggiandoci e “dando mano e soccorso scambievole per compiere nel miglior modo questa fatica della vita” (Leopardi, Operette morali, Dialogo tra Plotino e Porfirio).

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