Agricoltura e acqua: cambio di passo in Europa per tutelare l’ecosistema
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Agricoltura e acqua: cambio di passo in Europa per tutelare l’ecosistema

La situazione delle acque superficiali e sotterranee d'Europa preoccupa e l’agricoltura moderna ne è responsabile. Nuove politiche e nuove pratiche sono necessarie per tutelare l’ecosistema europeo e salvaguardare la biodiversità.

L’intento del rapporto pubblicato lo scorso febbraio dall’EEA (European Environment Agency) è reso esplicito già dal titolo scelto: “Water and agriculture; towards sustainable solutions”. Ovvero, evidenziare l’impatto delle moderne tecniche agricole sullo stato di fiumi, laghi, mari e corpi idrici sotterranei e indicare la strada verso il cambiamento.

L’EEA ha dimostrato, attraverso recenti studi, come lo stato delle acque europee sia preoccupante. Buona parte della responsabilità di ciò è da attribuire proprio all’agricoltura, o meglio, all’inquinamento prodotto da nutrienti e altri composti chimici impiegati nelle colture, al massiccio prelievo idrico e all’alterazione dell’ecosistema, habitat naturale di svariate specie animali e vegetali. A peggiorare ulteriormente la situazione interviene il cambiamento climatico che, in alcune parti d’Europa, sta inasprendo la pressione sulle acque del continente, mettendo altresì a repentaglio la produzione agricola.

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L’EEA sottolinea come sia importante per l’agricoltura intraprendere una strada maggiormente orientata verso la sostenibilità, al fine di migliorare l’influenza sull’ecosistema idrico e preservare la biodiversità. Nel suo rapporto, l’agenzia indica le tre macro aree sulle quali è necessario intervenire per perseguire tale scopo. In primo luogo, secondo EEA, l’agricoltura moderna dovrebbe fondarsi su principi agro-ecologici, sul biologico e su quelle note come soluzioni basate sulla natura o NBS (nature based solutions), ovvero pratiche con comprovati risvolti positivi in termini di sostenibilità, che consentirebbero, oltretutto, di ridurre le emissioni di gas serra e favorirebbero la resilienza dell’agricoltura sul lungo termine in relazione ai cambiamenti climatici in atto.

Il secondo passo riguarda le politiche comunitarie, auspicabilmente la cancellazione di tutti quegli incentivi che, seppur indirettamente, provocano l’inasprimento dell’impatto negativo dell’agricoltura sull’ecosistema idrico europeo, a favore di contributi per la transizione verso un’agricoltura sostenibile, nel rispetto dei piani UE per il periodo 2021-2027. Occorre anche adottare una visione più ampia per il raggiungimento dello scopo, che oltre all’intervento diretto sulle pratiche agricole agisca anche sull’intera catena alimentare, coinvolgendo anche le abitudini e le richieste dei consumatori.

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