Acqua potabile non sicura in alcuni Comuni del Viterbese: la Commissione europea deferisce l’Italia
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Acqua potabile non sicura in alcuni Comuni del Viterbese: la Commissione europea deferisce l’Italia

A distanza di poche ore dall’8 giugno, data in cui si celebra la Giornata mondiale degli oceani, possiamo dire che l’Italia non versi in acque particolarmente tranquille.

La Commissione europea il 9 giugno ha infatti deciso di deferire il nostro Paese dinanzi alla Corte di Giustizia per mancato ottemperamento della Direttiva 98/83/CE del Consiglio del 3 novembre 1998 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, nota ai più come la Direttiva sull’acqua potabile (di seguito "la Direttiva").

Il motivo dell’accusa

L’accusa mossa dalla Commissione europea all’Italia trae origine dal superamento in alcuni Comuni della provincia di Viterbo dei valori parametrici relativi al quantitativo di arsenico e di fluoruro presenti nell’acqua potabile. Il precedente risale a quale anno fa. La Commissione europea nel maggio 2014 aveva inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora a cui poi è seguito un parere motivato nel 2019 per la registrazione di casi di dubbia qualità dell’acqua potabile in 16 zone della Provincia di Viterbo. A seguito del richiamo da parte dell’organo esecutivo europeo, soltanto 10 zone hanno provveduto ad adottare le giuste misure per far sì che la Direttiva fosse effettivamente rispettata. Allo stato attuale dunque 6 zone di approvvigionamento idrico risultano inadempienti.

Il meccanismo dell’elenco di controllo: consentirà un maggior controllo sulla qualità delle acque e sulle informazioni diffuse ai cittadini

Ai sensi dell’Articolo 1 l’obiettivo della Direttiva è “proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano nonché il miglioramento dell’accesso alle acque destinate al consumo umano”. Obbligo degli Stati membri è adottare tutte le misure necessarie affinché le acque destinate al consumo umano siano salubri e pulite e che le acque rispettino gli standard qualitativi definiti dalla Direttiva.

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La Direttiva prevede a tal proposito l’introduzione di un meccanismo basato su uno strumento ad hoc: l’elenco di controllo che sarà redatto entro il 12 gennaio 2022. L’elenco di controllo permetterà di fornire al pubblico un’informazione adeguata e puntuale in merito alla qualità delle acque che circolerà all’interno della comunità europea. L’elenco di controllo fornirà un valore indicativo per ciascuna sostanza o composto.

Nel caso in cui all’interno dell’elenco di controllo dovesse essere riportata la presenza di sostanze particolarmente pericolose per la salute umana quali microplastiche interferenti endocrini e prodotti farmaceutici, gli Stati membri dovranno:

  • adottare misure di prevenzione, misure di attenuazione o procedere a un adeguato monitoraggio nei bacini idrografici per i punti di estrazione o nelle acque non trattate;
  • imporre ai fornitori di acqua di effettuare il monitoraggio di tali sostanze o composti;
  • imporre ai fornitori di acqua di verificare che il trattamento sia adeguato per raggiungere il valore indicativo o, se necessario, di ottimizzare il trattamento;
  • adottare provvedimenti correttivi conformemente qualora gli Stati membri lo ritengano necessario per proteggere la salute umana.

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