Acqua del rubinetto sì o no? Da Strasburgo nuove regole per incoraggiarne il consumo
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Acqua del rubinetto sì o no? Da Strasburgo nuove regole per incoraggiarne il consumo

Strasburgo approva nuove regole per incoraggiare la fornitura di acqua pubblica nelle strade, nelle mense e nei ristoranti. Con un impatto positivo sull'ambiente e un risparmio economico per le famiglie di 600 milioni di euro l’anno.

Acqua del rubinetto vs acqua in bottiglia. Una questione cruciale, con risvolti ambientali notevoli, che possono spostare significativamente l'ago della bilancia della produzione di rifiuti in plastica. Vista la dimensione del problema, urge una direzione condivisa. A questo scopo, lo scorso 28 marzo il Parlamento europeo ha dato l’ok a un pacchetto di nuove regole per “promuovere l'accesso all'acqua per tutti”.

Al fine di migliorare la qualità dell'acqua di rubinetto e ridurre a monte i rifiuti, l'Eurocamera ha chiesto agli Stati membri di mettere a disposizione dei cittadini fontane gratuite e di incoraggiare la fornitura di acqua di rubinetto- gratuitamente o a basso costo- nelle mense e nei servizi di ristorazione. Con un risparmio economico per le famiglie che, secondo dati del Parlamento, sfiorerebbe i 600 milioni di euro l’anno.

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Eppure, l'abitudine di acquistare acqua minerale è dura a morire. Soprattutto in Italia, primo Paese in Europa e secondo al mondo (dietro solo al Messico) per consumo di acqua in bottiglia, con una media di 206 litri l’anno a persona. Lo rivela il dossier “Acque in bottiglia. Un’anomalia tutta italiana di Legambiente e Altraeconomia, presentato il 20 marzo 2018, alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua.

Il territorio italiano è ricco di questa preziosa risorsa, ma presenta numerose criticità nel sistema di approvvigionamento, nella gestione e nel controllo, che alimentano la sfiducia dei cittadini nei confronti dell’acqua di rubinetto.

Fra i problemi più frequenti si contano l’inadeguatezza della rete idrica e l’elevata dispersione, che arriva a una media del 40,6% contro quella europea del 23%. Più frequenti del previsto sono i casi di razionamento, non solo in estate: lo scorso anno, secondo l’Istat, il 9,4% delle famiglie italiane ha lamentato un’erogazione irregolare dell’acqua nelle proprie case.

La votazione di Strasburgo, approvata per alzata di mano, acquisisce in questo senso ulteriore importanza dato che accosta risparmio economico e il rispetto ambientale all'importanza della sicurezza idrica.

Non si tratta, tuttavia, che un primo passo: gli Stati Ue non hanno ancora raggiunto una posizione definitiva comune sul tema. I negoziati, dunque, continueranno nella nuova legislatura, dopo le elezioni europee di maggio.

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