6,6 milioni di tonnellate: il primato della raccolta della frazione organica
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6,6 milioni di tonnellate: il primato della raccolta della frazione organica

Lo rivelano i dati del Consorzio Italiano Compostatori: con il 40,3%, la raccolta dell'organico si conferma la frazione più cospicua per la Raccolta Differenziata in Italia. Grazie alla lavorazione di questa frazione sono stati ottenuti 2 milioni di tonnellate di compost e risparmiate 3,8 milioni di tonnellate di CO2.

Lenta, ma inesorabile. Tale si rivela la crescita della raccolta differenziata, in particolare della frazione organica. Stando al rapporto annuale sulla raccolta differenziata del rifiuto organico e degli impianti italiani, realizzata dal Consorzio Italiano Compostatoria a partire dai risultati del “Rapporto Rifiuti Ispra 2018, sono 6,6 milioni le tonnellate di rifiuti organici (umido, verde e altre matrici organiche) raccolte nel 2017. Tradotto in percentuale, si tratta di un aumento dell’1,6%.

La raccolta dell'organico (umido e verde) si conferma la frazione più importante per la Raccolta Differenziata nel Paese rappresentando il 40,3% di tutte le raccolte. “In generale, si è riscontrato un calo nella produzione dei rifiuti in Italia, scesi a 29,6 milioni di tonnellate (-1,7% rispetto all’anno precedente) e la raccolta differenziata ha raggiunto una percentuale del 55,5%”, ha commentato Massimo Centemero, direttore del CIC.

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A livello nazionale, il dato procapite di rifiuto organico passa da 107 a 108.  Guidano la classifica le regioni settentrionali, con 127 kg/abitante per anno, seguite a media distanza dal Centro (114 kg/abitante per anno) e dal Sud (83 kg/abitante per anno).

Bisogna continuare a lavorare soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud per raggiungere l’obiettivo di 9.150.000 tonnellate di rifiuto organico raccolte al 2025, ovvero 150 kg/ab/anno”, ha affermato Alessandro Canovai, Presidente CIC. “Sicuramente una spinta arriverà grazie al recepimento del Pacchetto sull’Economia Circolare approvato dall’Unione Europea nel giugno 2018 e che ha imposto come obbligatoria la raccolta differenziata del rifiuto organico entro il 2023”.

Al primo posto per quantità di frazione organica raccolta si conferma, in leggera flessione rispetto all'anno precedente, la Lombardia, con 1,2 milioni di tonnellate annue. In calo, ma stabile al secondo posto, il Veneto con 764.000 tonnellate. Al terzo posto si trova l’Emilia Romagna (708.000 t). Interessante l'incremento della quantità di frazione organica raccolta, registrata rispettivamente nel Lazio(+27.000 t) e in Sicilia (+67.000 t).

Sul fronte dell’impiantistica, sul territorio italiano si è passati da 326 a 338 strutture, concentrate soprattutto al Nord Italia. Tali impianti sono attualmente in grado di trattare circa 7,4 milioni di tonnellate di rifiuti, con un aumento del 4% rispetto al 2017. L’impiantistica è concentrata soprattutto al Nord Italia e, di qui, si origina uno squilibrio che spinge le regioni centro-meridionali a trasferire i propri rifiuti organici altrove, con un grande dispendio di denaro ed emissioni.

Per quanto riguarda, invece, i prodotti derivati dal riciclo organico, le stime del CIC evidenziano in particolare due dati. Innanzitutto, dai rifiuti organici raccolti nel corso del 2017 sono stati prodotti quasi 2 milioni di tonnellate di compost (il 64% da compostaggio, il restante 36% da digestione anaerobica e successivo compostaggio). Un traguardo che ha contribuito a stoccare nel terreno 600.000 t di sostanza organica e risparmiare 3,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica. In secondo luogo, sono 90 milioni i metri cubi di biometano realizzato a partire dal riciclo dei rifiuti organici. In questo frangente, si prevedono ulteriori passi avanti che, entro il entro il 2019, potrebbero consentire una produzione nazionale di 200 milioni di m3.

La filiera del rifiuto organico coinvolge numerose attività, dai servizi di raccolta e trasporto, ai servizi di studio, ricerca e progettazione e delle tecnologie per il trattamento del rifiuto organico” conclude Centemero. “Con una raccolta differenziata a regime in tutta Italia si potrebbe arrivare a 13.000 addetti e 2,56 Mld € comprensivi dell’indotto generato”.

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