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Herambiente (Gruppo Hera) e Caviro Extra rinnovano per altri dieci anni la joint venture Enomondo: un modello emiliano-romagnolo che unisce filiera ambientale e agroalimentare, valorizzando oltre 230.000 tonnellate di biomasse all’anno.
Un’alleanza industriale che fa scuola nell’economia circolare italiana: Herambiente (Gruppo Hera) e Caviro Extra hanno rinnovato fino al 2035 la partnership paritetica che le lega nella gestione di Enomondo, la società attiva a Faenza nel recupero di biomasse, produzione di fertilizzanti naturali e generazione di energia rinnovabile. Dal 2011 Enomondo rappresenta un esempio concreto di simbiosi industriale: ogni anno oltre 230.000 tonnellate di scarti agroalimentari vengono trasformati in circa 75 GWh di energia elettrica, 100 GWh di energia termica e 70.000 tonnellate di ammendanti naturali. Una filiera integrata che parte dai sottoprodotti della viticoltura e si chiude con la produzione di valore ambientale, energetico ed economico per il territorio.
L’accordo decennale conferma l’impegno di Hera e Caviro nello sviluppo sostenibile dell’Emilia-Romagna, puntando su innovazione, riduzione delle emissioni e trasparenza. Enomondo gestisce una centrale a biomasse da 13,7 MWe, impianti di compostaggio per tre tipologie di ammendanti (ACV, ACM e ACFA), impianti fotovoltaici e una rete di teleriscaldamento che alimenta lo stabilimento Caviro e il distretto industriale faentino. Negli ultimi anni la società ha investito 12 milioni di euro per un nuovo impianto ACFA e tecnologie per la deplastificazione, la riduzione delle emissioni odorigene e il miglioramento qualitativo dei fertilizzanti. Il nuovo piano industriale prevede 20 milioni di euro entro il 2035, con l’obiettivo di tagliare ogni anno oltre 50 tonnellate di CO₂ equivalente.
Secondo Filippo Brandolini, Presidente di Enomondo e Herambiente, «il rinnovo della partnership conferma una visione comune: trasformare gli scarti in risorse, generando valore economico e ambientale per il territorio. Enomondo è un esempio concreto di economia circolare applicata, capace di coniugare innovazione, sostenibilità e competitività».
Gli fa eco Carlo Dalmonte, Presidente del Gruppo Caviro: «Consolidiamo un modello unico di simbiosi industriale, che valorizza i sottoprodotti dell’agroalimentare e li trasforma in energia, fertilità per i suoli e benefici ambientali misurabili. Una scelta lungimirante, frutto della cultura del fare e della collaborazione tra imprese e territori».
Nato da una sinergia tra il primo operatore italiano nella gestione dei rifiuti e la più grande cooperativa vitivinicola d’Italia, il progetto Enomondo dimostra come la circolarità possa diventare infrastruttura strategica e leva di competitività. Un modello replicabile, radicato in Emilia-Romagna, ma con lo sguardo rivolto al futuro.
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