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Il Senato ha approvato il disegno di legge A.S. 1519-A sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani, rinviando ora il testo alla Camera per il prosieguo dell’esame. Come riporta il dossier del Servizio Studi del 25 novembre 2025, il provvedimento introduce un riordino complessivo del sistema penale in materia di frodi agroalimentari, ampliando le condotte punibili e inasprendo sanzioni e strumenti di controllo . Il ddl modifica il codice penale inserendo un nuovo Capo II-bis dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare. Sono riformulate le norme sulla contraffazione dei segni DOP e IGP, con l’aumento della reclusione da uno a quattro anni e multe fino a 50mila euro, e viene ampliata la sfera delle condotte illecite, comprendendo spedizione, transito, deposito doganale, esportazione e somministrazione di prodotti contraffatti.
Il disegno di legge abroga gli articoli 516 e 517-bis, introducendo i nuovi reati di frode alimentare e commercio di alimenti con segni mendaci. La frode alimentare punisce la diffusione di prodotti sostanzialmente difformi da quanto indicato, con pene da due mesi a un anno e multe da 1.000 a 4.000 euro, mentre il commercio con segni mendaci è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi e sanzioni fino a 20mila euro. Secondo quanto documentato dal Senato, le circostanze aggravanti comportano aumenti di pena nei casi di prodotti DOP o IGP, utilizzo di documenti falsi o quantità elevate, mentre l’agropirateria diventa un’aggravante specifica per condotte organizzate e continuative. Sono previste pene accessorie come la chiusura temporanea o definitiva degli stabilimenti in caso di particolare gravità o recidiva.
Il ddl rafforza anche la disciplina della confisca obbligatoria e per equivalente, applicabile ai nuovi reati e ai profitti derivanti dalle attività illecite. Come sottolinea il dossier, la riforma si inserisce in un settore strategico: la sola DOP economy italiana supera i 20 miliardi di euro l’anno, e nel 2024 l’ICQRF ha emesso oltre 2.300 ingiunzioni per 8,6 milioni di euro di sanzioni. Con l’approvazione del Senato, il provvedimento passa ora alla Camera, dove proseguirà l’esame in vista della definitiva adozione.
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