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Oggi pubblichiamo l'intervento di Alessandro Tuccio, Head of Operation PV di Helexia Italia sul tema della Delibera ARERA 385 e il ruolo di Terna.
Nel dibattito sulla transizione energetica italiana, il ruolo di Terna, il gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, è centrale. A Terna è affidato l’equilibrio del sistema elettrico, il dispacciamento dell’energia e la stabilità di un’infrastruttura che oggi deve sostenere una crescita senza precedenti delle fonti rinnovabili. È un compito complesso, reso ancora più delicato da un sistema che sta cambiando più velocemente di quanto fosse stato progettato.
Da operatori del settore, lo vediamo ogni giorno: gli impianti fotovoltaici aumentano, i costi calano, le tecnologie evolvono. Ma la rete non sempre riesce a seguire questo ritmo. E mentre sarebbe necessario accelerare gli investimenti infrastrutturali, si assiste a un fenomeno crescente: la richiesta ai produttori di “adattarsi” tramite sistemi di controllo sempre più sofisticati, modulazione dinamica e limitazioni di immissione. Il messaggio implicito è che la flessibilità debba arrivare soprattutto dagli impianti, più che dalla rete.
Un esempio è la recente Delibera ARERA 385/2025/R/eel, che introduce nuovi obblighi per gli impianti da fonte rinnovabile non programmabile, inclusi fotovoltaico ed eolico in media tensione. Telecontrollo, regolazione della potenza da remoto e adeguamenti strutturali vengono presentati come strumenti indispensabili per la sicurezza del sistema elettrico. È un elemento di modernizzazione importante, che risponde a esigenze reali di gestione della rete.Tuttavia, se non è accompagnato da un parallelo potenziamento dell’infrastruttura, rischia di tradursi in un freno involontario alla crescita delle rinnovabili.
Questo approccio può creare un cortocircuito: da un lato si chiede di raggiungere rapidamente gli obiettivi di decarbonizzazione del PNIEC; dall’altro, si richiede l’adeguamento di decine di migliaia di impianti già operativi, con impatti non trascurabili su business plan consolidati e piani industriali. Nei momenti di picco, inoltre, non è raro che la soluzione più immediata sia ridurre la produzione rinnovabile. In pratica, si chiede ai produttori di assumere funzioni da operatori di rete, senza però garantire tutele, compensazioni o una pianificazione coordinata.
Non si tratta di mettere in discussione il lavoro di Terna o ARERA, ma di evidenziare la necessità di un cambio di prospettiva. Il fotovoltaico , e più in generale la generazione distribuita, non è una minaccia per l’equilibrio del sistema, ma una componente strutturale del mix energetico del futuro. Per questo servono investimenti significativi nella digitalizzazione delle reti, negli accumuli, nella flessibilità della domanda e nelle interconnessioni. Servono regole chiare e stabili che diano certezze agli investitori e favoriscano una pianificazione coerente con gli obiettivi climatici.
Nel Live Talk del 4 dicembre discuteremo proprio di questo: delle criticità attuali e delle possibili soluzioni. Perché la transizione energetica non può basarsi solo sulla capacità degli impianti di adattarsi; deve poggiare su un sistema che evolve, cresce e si rafforza insieme alla generazione rinnovabile. Solo così l’Italia potrà cogliere appieno le opportunità della trasformazione in corso.
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