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In Italia e nel mondo, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne si conferma momento di denuncia, memoria e responsabilità. Dati, testimonianze e impegni concreti per un cambiamento culturale ancora necessario.
Il 25 novembre 2025 si è celebrata, come ogni anno, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un appuntamento istituito dalle Nazioni Unite nel 1999, ma le cui radici storiche affondano nel 1960, quando le sorelle Mirabal — attiviste nella Repubblica Dominicana — furono brutalmente uccise per il loro impegno contro la dittatura di Rafael Trujillo. Da allora, questa data è diventata il simbolo di una battaglia ancora aperta, che coinvolge istituzioni, società civile e singoli cittadini.
La violenza sulle donne è una delle più gravi e persistenti violazioni dei diritti umani. Si manifesta in forme diverse: fisica, psicologica, sessuale, economica, attraverso lo stalking o, nei casi più estremi, il femminicidio. In Europa, secondo le più recenti rilevazioni, circa una donna su tre tra i 18 e i 74 anni ha subito almeno una volta nella vita una forma di violenza fisica o sessuale. In Italia, solo nel 2024, sono stati 120 i casi di femminicidio registrati, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Ma i numeri non bastano. Dietro ogni dato si cela una storia interrotta, una voce silenziata, una comunità ferita. E proprio per questo, la giornata del 25 novembre è diventata anche un’occasione di ascolto e narrazione. Tante le iniziative diffuse sul territorio nazionale: dalle scuole alle piazze, dai teatri agli spazi aziendali, passando per i municipi illuminati di rosso.
Tra le testimonianze più significative raccolte da Nonsoloambiente, quella di Serena, operatrice di un centro antiviolenza a Bologna: «Ogni volta che una donna varca la nostra soglia, porta con sé non solo dolore, ma anche la possibilità di riscatto. La prima cosa che le offriamo è credibilità, la seconda è tempo». A Milano, l’impresa sociale “LiberaMente” ha lanciato un programma di reinserimento lavorativo per donne che hanno subito violenza domestica, con percorsi di formazione e tutoraggio personalizzato. Un modello virtuoso che lega inclusione sociale, empowerment femminile e sostenibilità.
In parallelo, anche il mondo aziendale ha dato segnali importanti. Diverse imprese hanno aderito al protocollo UN Women “Empowering Women at Work”, impegnandosi a promuovere ambienti di lavoro sicuri, equi e rispettosi, e a inserire nei propri bilanci di sostenibilità azioni concrete contro la discriminazione e la violenza di genere. Infine, il 25 novembre ha segnato l’avvio dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, un’iniziativa internazionale che si concluderà il 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani. Un arco temporale simbolico ma significativo, che collega due date cruciali e ricorda come la violenza sulle donne sia, prima di tutto, una questione di diritti fondamentali. A quasi trent’anni dalla sua istituzione, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne resta dunque più attuale che mai. Non solo per ricordare, ma per agire. Perché ogni giorno, non solo il 25 novembre, è il momento giusto per scegliere da che parte stare.
Fonti
- Nazioni Unite – UN Women
- ISTAT, dati su violenza di genere 2024
- Eurostat – Gender-based violence statistics
- Ministero dell’Interno, report femminicidi 2024
- Testimonianze raccolte da centri antiviolenza locali
- Documenti ufficiali “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”
- Programma “Empowering Women at Work” – UN Global Compact Italy
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