Per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici serve un altro modello
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Per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici serve un altro modello

L’attuale sistema di finanziamento non è sostenibile: entro il 2050 l’Italia dovrà gestire oltre 12 milioni di pannelli dismessi ogni anno. La proposta di Erion WEEE: adottare il modello generazionale per garantire una filiera circolare ed evitare un disastro ambientale.

In Italia sono già oltre 300 milioni i pannelli fotovoltaici installati, di cui una quota significativa — circa 48 milioni solo tra il 2022 e il 2027 — non gode degli incentivi previsti dai Conti Energia. A questi dispositivi si applica un modello di finanziamento del fine vita basato su trust dedicati, ma che, secondo quanto emerge da uno studio del Laboratorio Ref Ricerche, non sarà in grado di sostenere la gestione ambientale e logistica di tali rifiuti una volta giunti a fine vita. Il sistema attuale, infatti, si fonda sull’accantonamento di un contributo economico unitario versato dai produttori al momento dell’immissione sul mercato dei pannelli. Questo contributo, segregato in un trust, dovrebbe coprire le future operazioni di raccolta, trattamento e riciclo. Tuttavia, la concorrenza tra consorzi RAEE ha spinto verso una progressiva riduzione del valore di tale contributo, spesso inferiore a un euro per modulo. Una cifra irrealisticamente bassa per coprire, a distanza di 15-20 anni, i costi effettivi della gestione di un RAEE fotovoltaico, che include anche il trattamento di materiali inquinanti e il recupero di vetro, silicio, alluminio e argento.

Secondo Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE, "nei prossimi decenni il numero di pannelli dismessi crescerà di trenta volte. Si passerà dagli attuali 427.000 moduli da gestire nel 2025 a oltre 12 milioni nel 2050, con un aumento esponenziale delle tonnellate di rifiuti da trattare: da 9.000 a 264.000 tonnellate annue". Questo incremento, se non accompagnato da una revisione normativa, rischia di travolgere la capacità economica e operativa dei consorzi, aprendo la strada a comportamenti opportunistici come l’esportazione in paesi privi di infrastrutture adeguate o l’abbandono illecito. La criticità di questo scenario è ulteriormente aggravata dal fatto che, pur esistendo ingenti risorse accantonate nei trust, il vincolo del contributo associato univocamente al singolo pannello rende impossibile un’efficace redistribuzione delle risorse. Un paradosso che minaccia la sostenibilità economica dell’intero sistema.

Per affrontare questa sfida, Erion WEEE propone di estendere ai pannelli fotovoltaici il cosiddetto “modello generazionale”, già adottato per altre tipologie di RAEE domestici. In questo modello, il costo del trattamento del fine vita è distribuito tra i produttori attivi in ciascun anno, proporzionalmente all’immesso sul mercato. Una logica di responsabilità collettiva, che garantisce continuità anche in caso di uscita di alcuni attori dal mercato e consente di adattarsi a un settore, come quello del fotovoltaico, in costante crescita. La proposta si inserisce nel contesto della Legge di Delegazione Europea 2024, che chiede all’Italia di rivedere la disciplina nazionale sulla gestione dei pannelli a fine vita, armonizzandola con i principi europei di economia circolare. Il sistema impiantistico nazionale, grazie anche agli investimenti del PNRR, sta già potenziando la propria capacità di trattamento. Ma senza un modello di finanziamento solido e lungimirante, il rischio è quello di trasformare una tecnologia green in un problema ambientale di vasta portata.

Crediti foto: Foto di Como una Reina da Pixabay

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