Atlante delle Foreste 2025: in Italia oltre 3 milioni di nuovi alberi, ma gli investimenti privati crollano
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Atlante delle Foreste 2025: in Italia oltre 3 milioni di nuovi alberi, ma gli investimenti privati crollano

Secondo la V edizione del report di Legambiente e AzzeroCO2, è il PNRR a spingere la forestazione urbana, mentre le imprese riducono del 72% i fondi CSR destinati al verde. Un patrimonio naturale che vale 20 milioni l’anno in servizi ecosistemici.

L’Italia mette radici più profonde nella sostenibilità ambientale, con numeri che raccontano una svolta verde sempre più tangibile: oltre 3 milioni di alberi messi a dimora nel 2024, pari a circa 4.000 ettari di nuove aree forestali. È quanto emerge dalla quinta edizione dell’Atlante delle Foreste, il report annuale di Legambiente e AzzeroCO2, presentato il 6 novembre a Ecomondo. Un investimento in capitale naturale che promette un ritorno economico annuo di oltre 20 milioni di euro sotto forma di servizi ecosistemici.

L’indagine ha analizzato 294 progetti di forestazione distribuiti su tutto il territorio nazionale, evidenziando il ruolo strategico delle Città metropolitane che, grazie ai fondi del PNRR e del Decreto Clima, sono diventate il principale motore della riforestazione urbana. Messina e Roma guidano la classifica, seguite da Reggio Calabria, Cagliari e Napoli. I progetti finanziati con il PNRR mostrano un tasso di avanzamento elevato: il 75% di quelli avviati nel 2022 ha già completato la fase di impianto.

Le Regioni, invece, scontano una fase di transizione: l’esaurimento del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022 e la partenza ancora parziale del nuovo Complemento Regionale per lo Sviluppo Rurale 2023-2027 hanno rallentato le iniziative pubbliche. Otto Regioni, tra cui Toscana, Sicilia e Campania, risultano ferme sul fronte degli impianti regionali. Fa eccezione il Trentino-Alto Adige, che si conferma capofila con oltre 748.000 piante, seguito dalla Basilicata e dal Veneto.

Sul fronte privato, però, si registra una frenata netta: i contributi delle aziende, spesso inquadrati nelle strategie di Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR), calano del 72% rispetto al 2023, traducendosi in appena 40.852 nuovi alberi. Secondo il report, questo non è un segnale di disinteresse ma di evoluzione delle strategie CSR, sempre più orientate a progetti integrati di tutela degli ecosistemi e rigenerazione ambientale, anche al di là del semplice rimboschimento.

L’Atlante offre anche una stima monetaria dei benefici generati dalle nuove aree verdi: tra mitigazione climatica, qualità dell’aria e del suolo, valore culturale e turistico, e valore di lascito per le future generazioni, ogni ettaro di foresta vale oltre 5.000 euro all’anno. Tuttavia, l’efficacia di questi investimenti dipende dalla capacità delle piante di sopravvivere in un clima sempre più ostile. Legambiente lancia un appello per una pianificazione accurata e una gestione continuativa del verde: non basta piantare alberi, bisogna prendersene cura. Tecniche di adattamento climatico, irrigazioni di soccorso e sfalci periodici sono interventi cruciali per garantire la sopravvivenza delle giovani piante. Un messaggio che sarà al centro anche della prossima Festa dell’Albero, in programma dal 21 al 23 novembre, promossa da Legambiente in tutta Italia per sensibilizzare cittadini, scuole e istituzioni sull’importanza di creare e mantenere veri polmoni verdi nelle città. Un’infrastruttura naturale essenziale per rendere i territori più resilienti di fronte alla crisi climatica in atto.

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