
Ultime Notizie

Al IV Italian Water Dialogue, il Governo rilancia con un piano da 12 miliardi per colmare il divario con l’Europa. Al centro, la gestione sostenibile delle risorse idriche e la cooperazione euro-mediterranea
Nel cuore del Festival della Diplomazia, a Roma, il IV Italian Water Dialogue ha riacceso i riflettori su uno dei paradossi idrici più emblematici dell’Italia: solo l’11% dell’acqua piovana viene raccolto, nonostante il Paese sia soggetto a piogge sempre più intense e irregolari. A evidenziarlo è stato Luigi D’Eramo, Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, che ha puntato il dito contro trent’anni di carenze infrastrutturali e mancate manutenzioni. “Abbiamo una doppia sfida – ha dichiarato – potenziare le infrastrutture esistenti e colmare il gap con gli altri Paesi europei. Alcune opere sono rimaste sulla carta, altre sono state costruite ma mai attivate, altre ancora sono operative ma in stato di abbandono”. Un’ammissione che accompagna l’annuncio di un piano di rilancio ambizioso: 418 progetti individuati, per un valore complessivo di 12 miliardi di euro, di cui 1 già stanziato. Il tutto sotto il coordinamento di una cabina di regia e un Commissario Straordinario.
La sfida non è solo nazionale. L’acqua si conferma tema strategico globale, come ha sottolineato Maria Spena, presidente del comitato One Water, promotore dell’iniziativa: “Il Forum Mediterraneo diventerà Euro-Mediterraneo, con 43 Paesi coinvolti, dai Balcani al Nord Africa. Sarà un’occasione concreta per condividere buone pratiche e definire strategie comuni di governance idrica”. Nel corso del dialogo, ampio spazio è stato dato anche al ruolo dell’Italia nella cooperazione internazionale, grazie agli interventi di figure chiave come Biagio Di Terlizzi, Direttore del CIHEAM Bari, che ha parlato di “opportunità di apprendimento reciproco” tra Paesi storicamente colpiti dalla scarsità idrica, e del senatore Giorgio Salvitti, che ha legato la strategia italiana al più ampio Piano Mattei per il Mediterraneo, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile regionale.
Sul fronte interno, il dibattito ha toccato anche temi spinosi come la finanziarizzazione dell’acqua pubblica. Massimo Gargano, Direttore Generale dell’ANBI, ha lanciato un monito: “In California gli idranti sono rimasti vuoti durante gli incendi perché lì l’acqua si paga. Non possiamo permettere che accada lo stesso in Italia”. Gargano ha inoltre invitato a rivedere le priorità: “Si parla tanto di desalinizzazione, ma forse è più urgente un piano nazionale degli invasi”. Anche il mondo delle utility ha fatto sentire la propria voce. Per Tullio Montagnoli, AD di A2A Ciclo Idrico, “non è l’acqua a costare, ma il servizio che la porta ai cittadini. Prezzi troppo bassi incentivano lo spreco: in Germania, dove costa di più, se ne ha maggiore rispetto”. Un invito a ripensare il sistema tariffario in un’ottica di sostenibilità e responsabilità.
Il quadro tracciato da Annamaria Barrile, Direttore Generale di Utilitalia, chiude il cerchio: “Serve una manutenzione più efficace delle reti, nuovi invasi e un maggiore ricorso al riuso. L’agricoltura italiana è in sofferenza, e ha bisogno di fonti complementari”. Una visione che unisce resilienza, innovazione e pragmatismo, elementi chiave per affrontare una crisi idrica che non può più essere ignorata. Con l’avvicinarsi del Forum Euro-Mediterraneo sull’Acqua – previsto a Roma nel 2026 – l’Italia ha l’occasione di riposizionarsi come leader nella gestione sostenibile delle risorse idriche. A patto, però, che le promesse si traducano in interventi concreti, tempestivi e strutturali.
Tags:
Potrebbero interessarti ...
Iscriviti alla nostra Newsletter!
Sei un sostenitore dell'ambiente in tutte le sue forme? Allora sei nel posto giusto!
Iscriviti subito!