Il “Patto per il Mediterraneo” dell’Unione Europea: opportunità, sfide e ambizioni
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Il “Patto per il Mediterraneo” dell’Unione Europea: opportunità, sfide e ambizioni

Il 16 ottobre 2025 la Commissione Europea, insieme all’Alto Rappresentante dell’UE, ha presentato una visione ambiziosa per rilanciare le relazioni tra l’Unione e i paesi del Mediterraneo. Il Pact for the Mediterranean – One Sea, One Pact, One Future punta a disegnare un “Spazio Mediterraneo Comune” connesso, prospero, resiliente e sicuro

Il Patto poggia su tre pilastri principali:

  1. Le persone come forza motrice
    Si prevede la creazione di una Università Mediterranea che colleghi studenti da tutte le sponde, il potenziamento dell’istruzione tecnica e professionale, programmi di mobilità (cultura, sport, turismo) e un forte focus su giovani, donne e piccole imprese. Middle East, North Africa and the Gulf+2European Commission+2
  2. Economie più solide, sostenibili e integrate
    Tra le iniziative chiave emergono: la cooperazione energetica e nelle tecnologie pulite (l’iniziativa T‑MED per le rinnovabili), il rafforzamento delle filiere (agricoltura, salute, materie prime critiche), l’innovazione digitale, le infrastrutture di trasporto e la “blue economy” mediterranea. EuroMed Rights+4Middle East, North Africa and the Gulf+4ECCO+4
  3. Sicurezza, preparazione e gestione della migrazione
    Il Patto include misure per la gestione integrata delle migrazioni, cooperazione regionale nella sicurezza marittima, resilienza alle catastrofi e un Forum regionale su pace e sicurezza. ECCO+3European Commission+3Middle East, North Africa and the Gulf+3

Il Patto è aperto anche a partner oltre il Mediterraneo, come il Golfo, l’Africa subsahariana, i Balcani occidentali e la Turchia.

Quali risorse e tempi?

La Commissione punta a un’approvazione politica da parte dei paesi coinvolti già per novembre 2025, in occasione del trentennale del Processo di Barcellona. L’articolazione concreta delle misure passerà attraverso un Action Plan dedicato nel primo trimestre del 2026, che dovrà definire per ogni iniziativa i partner, gli attori e le risorse coinvolte. I media riportano che Bruxelles potrebbe mobilitare, per l’area mediterranea, fino a 42 miliardi di euro contenuti nel bilancio UE 2028–2034, raddoppiando le risorse attuali. 

Opportunità e potenziali criticità

I punti di forza

  • Il Patto punta a un approccio di partenariato paritario (co‑proprietà, co‑creazione e responsabilità condivisa). 
  • Il legame tra transizione energetica, sviluppo economico e stabilità geopolitica appare strategico: promuovere le rinnovabili in Nord Africa e Medio Oriente connessi all’Europa può generare valore doppio, ambientale e diplomático. 
  • Potenziale impulso all’occupazione giovanile, all’innovazione e al rafforzamento della società civile nei paesi partner.

Le sfide e le riserve

  • Alcuni attori della società civile denunciano che la fase di consultazione sia stata limitata, con omissione di voci critiche nei paesi con regimi autoritari.
  • Il Patto è al momento soprattutto una dichiarazione di intenti: la distanza tra visione e attuazione concreta sarà la vera prova del suo valore.
  • In paesi con instabilità politica, debito elevato o vincoli istituzionali, sarà complicato tradurre le battute d’arresto in azioni efficaci.
  • L’equilibrio con attori internazionali (Cina, Russia, paesi del Golfo) che già operano intensamente nel Mediterraneo può generare tensioni geostrategiche
  • La coerenza con valori quali diritti umani, libertà civili e governance è ricordata ma non prioritaria nel testo: alcuni critici avvertono il rischio che prevalga una logica tecnica e commerciale piuttosto che politica. 

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