Data center: perché la sostenibilità passa dalla pre-costruzione
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Data center: perché la sostenibilità passa dalla pre-costruzione

Pianificazione strategica, conformità normativa e dialogo con il territorio: i pilastri invisibili dei data center del futuro

Nell’era della trasformazione digitale, i data center rappresentano il cuore pulsante dell’infrastruttura tecnologica. Ma prima di ospitare server e sistemi di raffreddamento avanzati, questi edifici devono affrontare una fase determinante quanto spesso sottovalutata: la pre-costruzione. Un processo che, se gestito con competenza, può fare la differenza in termini di sostenibilità ambientale, efficienza economica e impatto sul territorio

«È proprio in questo stadio iniziale che si gettano le basi per una transizione fluida verso la costruzione vera e propria», afferma Luca D’Alleva, Head of Service Italia & Iberia di BCS Consultancy, sottolineando come la pre-costruzione sia «fondamentale per garantire i più elevati standard qualitativi».

Norme, territorio e ambiente: un equilibrio complesso

La realizzazione di un data center in Italia non può prescindere da un’attenta lettura del quadro normativo. Le leggi urbanistiche, ambientali e di tutela paesaggistica si intrecciano in un mosaico di regolamenti – dal Testo Unico dell’Edilizia al Codice dei Contratti Pubblici – che impone una pianificazione rigorosa fin dalle fasi embrionali. È qui che la sostenibilità diventa parte integrante del progetto, e non un semplice add-on. I progetti “greenfield”, che prevedono nuove costruzioni, e quelli “brownfield”, basati su riqualificazioni, richiedono approcci distinti. In entrambi i casi, è indispensabile ottenere autorizzazioni ambientali specifiche, come quelle previste dal Testo Unico Ambientale o dalla Direttiva sulle Emissioni Industriali (IED). Una sfida che si amplifica quando il sito di progetto ricade in aree soggette a vincoli storici, architettonici o paesaggistici.

La partecipazione pubblica come leva di legittimazione

Oltre agli aspetti tecnici e normativi, la pre-costruzione dei data center tocca corde sociali spesso delicate. Il coinvolgimento delle comunità locali non è solo un requisito legale nei progetti di grande impatto, ma uno strumento di trasparenza e responsabilizzazione. «Una partecipazione efficace si rivela essenziale per rispondere alle preoccupazioni e ai quesiti sollevati», si legge nel contributo di BCS Consultancy. D’altronde, l’impatto di un data center non è solo visivo o ambientale. La sua presenza può influenzare il traffico locale, la domanda energetica, la qualità dell’aria e persino l’identità del territorio. Un dialogo anticipato con gli stakeholder permette di individuare soluzioni condivise e migliorare l’accettabilità del progetto.

L’importanza di partner esperti

Navigare tra vincoli burocratici, sfide ingegneristiche e dinamiche territoriali richiede competenze interdisciplinari e un know-how consolidato. È qui che entra in gioco il valore strategico della consulenza. «La differenza tra un progetto che rispetta tempi e budget e uno che accumula ritardi e costi imprevisti risiede spesso nella qualità della consulenza ricevuta nelle fasi preliminari», spiega D’Alleva. Secondo un report dell’Uptime Institute, il 60% dei ritardi nei progetti di data center è attribuibile a errori o sottovalutazioni nella fase di pre-costruzione. Un dato che conferma come questa fase sia cruciale non solo per la riuscita tecnica, ma anche per il ritorno sull’investimento e la reputazione aziendale.

Progettare sostenibilità fin dall’inizio

Un’efficace gestione della pre-costruzione permette di integrare già in fase progettuale criteri di efficienza energetica, approvvigionamento responsabile dei materiali, riutilizzo delle strutture esistenti e riduzione delle emissioni. In un contesto in cui i data center assorbono circa il 2% dell’elettricità globale e sono destinati a crescere, ogni scelta iniziale ha un impatto ambientale concreto. Progettare un’infrastruttura digitale sostenibile significa, quindi, partire da lontano. Dalla mappatura del rischio idrogeologico alla valutazione dell’impronta carbonica del cantiere, dalla logistica dei materiali al ciclo di vita dell’edificio. In questo scenario, la pre-costruzione diventa un laboratorio di innovazione e responsabilità, capace di trasformare un centro dati in un progetto a impatto positivo.

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