Verso una nuova governance turistica: nasce la qualifica di comunità marina o lacuale
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Verso una nuova governance turistica: nasce la qualifica di comunità marina o lacuale

Una proposta di legge per sostenere i comuni costieri e lacustri a forte vocazione turistica: più servizi, più risorse e un modello di sviluppo resiliente per l’economia blu.

Il turismo balneare italiano si prepara a una svolta normativa con la proposta di legge n. 2410, presentata alla Camera dei Deputati il 15 maggio 2025. Il testo, frutto dell’iniziativa di oltre settanta parlamentari, mira a riconoscere e valorizzare ufficialmente le cosiddette comunità marine o lacuali: quei comuni che, nei mesi estivi, subiscono un’impennata nella popolazione residente dovuta all’afflusso turistico, con conseguenti pressioni su servizi pubblici, infrastrutture e ambiente. L’obiettivo della proposta è duplice: da un lato, assicurare il sostegno all’economia turistica come leva strategica di occupazione e attrattività internazionale; dall’altro, garantire equità nell’allocazione delle risorse pubbliche in territori che, pur registrando forti picchi stagionali, vengono valutati su parametri demografici annuali inadeguati.

Secondo i dati Istat 2024, il comparto turistico nazionale ha registrato numeri in linea con quelli pre-pandemici, con 65,8 milioni di arrivi e 267,4 milioni di presenze, per una spesa complessiva di 39 miliardi di euro. Un’economia che vive di “energia rinnovabile, di sole e di mare”, come sottolineano i promotori del disegno di legge, e che genera un indotto trasversale su industria, servizi e agricoltura. Cuore della proposta è l’introduzione formale della qualifica di comunità marina o lacuale, attribuibile ai comuni costieri o lacustri che presentino specifici requisiti: un’elevata incidenza di strutture ricettive, variazioni significative tra popolazione residente e dimorante, alti tassi di pressione turistica (oltre il 25%) e picchi stagionali rilevanti. L’attribuzione della qualifica spetterà alle Regioni, previo confronto in sede di Conferenza Stato-Regioni, e costituirà la base per la ridefinizione dei fabbisogni standard legati ai servizi pubblici.

Un passo importante riguarda la stima della popolazione stagionale, che sarà determinata tramite un decreto del Ministero del Turismo: un parametro chiave per modulare adeguatamente risorse e servizi, dalla sanità ai trasporti, dalla gestione dei rifiuti alla sicurezza. La proposta si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso i modelli di turismo sostenibile e resiliente. La rete G20 Spiagge – che riunisce le principali località balneari italiane – ha già evidenziato la necessità di strumenti normativi e finanziari per affrontare le sfide legate alla destagionalizzazione, all’innovazione e alla tutela ambientale.

Se approvata, la legge potrà rappresentare un punto di svolta per il riconoscimento istituzionale delle sfide specifiche affrontate dai territori ad alta intensità turistica. Un’occasione per valorizzare l’identità delle “città-fisarmonica” – così definite per la loro capacità di espandersi e contrarsi con il flusso turistico – e per costruire un modello di governance locale più equo, efficiente e sostenibile.

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