Urso e Pichetto alla Commissione Ue: difendere la competitività delle industrie energivore
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Urso e Pichetto alla Commissione Ue: difendere la competitività delle industrie energivore

Un passo diplomatico a tutto tondo, che ingloba sfide energetiche, politiche industriali e sostenibilità: in un “non‑paper” inviato alla Commissione europea durante il Consiglio Competitività, i ministri italiani Adolfo Urso e Gilberto Pichetto – insieme alle controparti francese e tedesca – chiedono che l’Industrial Decarbonization Accelerator Act (IDAA) diventi il segno tangibile di un’Europa che mette al centro l’industria ad alta intensità energetica.

L’appello è chiaro: “energia a costi competitivi, capitali privati per investimenti verdi, regole comuni e difesa da pratiche sleali”. Un richiamo urgente, avvertono i due ministri, perché senza interventi rapidi l’Europa rischia di perdere “posti di lavoro, capacità produttiva e autonomia strategica”. Il documento sottolinea che le industrie energivore — tra cui acciaio, chimica, cemento, vetro — non possono essere lasciate indietro nel percorso di decarbonizzazione. Bisogna accompagnarle verso il cambiamento, mantenendo vigile l’equilibrio competitivo tra Paesi membri. 

Nel testo si solleva anche la necessità di semplificare procedure come il principio del “Do No Significant Harm” (DNSH), oggi percepito come un vincolo burocratico, e di rendere più snelle le regole sugli aiuti di Stato. Bisogna inoltre rafforzare il ruolo degli appalti pubblici “verdi”, favorire l’etichettatura trasparente della carbon footprint e inserire barriere contro pratiche di dumping ambientale da parte di imprese estere. Non è un segreto che l’Italia — e l’Europa — si confrontano con un contesto europeo dove i prezzi dell’energia per l’industria sono strutturalmente più elevati rispetto ad altri competitor mondiali. Nell’attuale scenario, tale differenza può diventare un ostacolo alla coesione industriale europea.

L’IDAA, atteso per novembre, diventa dunque l’elemento cruciale attorno al quale costruire una strategia che non sia solo di decarbonizzazione, ma anche di sicurezza e resistenza industriale. L’Italia, insieme a Francia e Germania, tenta di portare in Europa una voce che riconosce la transizione verde come una sfida non semplicemente ambientale, ma anche geopolitica ed economica.

Crediti foto: MIMIT

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