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L’85% degli italiani considera la sostenibilità una priorità e l’80% chiede alle istituzioni un impegno maggiore sul fronte Agenda 2030. A rivelarlo è lo studio “The Perception of Sustainable Development by Europeans”, condotto in 16 Paesi dai Network europei di UN Global Compact e presentato in occasione del Leaders Summit 2025 a New York. Un dato che non sorprende del tutto: negli ultimi anni la sensibilità ambientale e sociale nel nostro Paese ha assunto un ruolo sempre più centrale, riflettendosi tanto nei consumi quanto nella domanda di regole più chiare e di politiche incisive.
Giovani protagonisti, ma il consenso è trasversale
Sono soprattutto i cittadini tra i 18 e i 44 anni a collocare la sostenibilità al vertice delle priorità politiche ed economiche, ma anche nelle fasce più mature la consapevolezza resta diffusa. Meno del 10% degli intervistati italiani pensa che governi e Unione Europea dovrebbero concentrare le energie su temi diversi. Segnale che la sostenibilità non è più percepita come un lusso o un optional, bensì come un orizzonte comune da cui dipende il benessere collettivo.
Consumi consapevoli e regole più rigorose
Lo studio conferma come i comportamenti quotidiani stiano cambiando: se in Europa il 27% dichiara di acquistare sempre con criteri di sostenibilità, in Italia la percentuale cresce al 55%. La scelta “green” entra nelle case e nei carrelli, diventando variabile determinante tanto quanto prezzo e qualità. Non solo. L’Italia spicca anche per la richiesta di regole più severe a tutela dell’ambiente e della società: l’87% dei cittadini considera indispensabile una normativa più stringente, a fronte di una media europea dell’85%. Un desiderio di rigore che si accompagna però alla necessità di semplificazione, per evitare che la sostenibilità si trasformi in ulteriore burocrazia.
Il ruolo delle imprese tra opportunità e sfiducia
La fiducia dei cittadini nei confronti delle aziende rimane fragile. Se quasi metà degli europei riconosce un impatto positivo sul lavoro e sui diritti umani, in Italia solo il 36% promuove l’azione del settore privato. Ciononostante, il 75% degli italiani considera la sostenibilità un fattore competitivo decisivo, capace di stimolare innovazione e trasparenza. Lo stesso ottimismo emerge sull’intelligenza artificiale: sette cittadini su dieci, in Italia come in Europa, credono che possa essere un alleato nella transizione sostenibile
Un’Italia pronta a guidare la transizione?
“Questi dati confermano che i cittadini italiani mostrano una sensibilità superiore alla media europea” ha sottolineato Daniela Bernacchi, Executive Director di UN Global Compact Network Italia. “È un segnale che deve trasformarsi in opportunità per assumere un ruolo guida nella transizione verso modelli più equi e rispettosi dell’ambiente.” Il quadro resta però complesso: secondo il Progress Report 2025 delle Nazioni Unite, solo il 18% degli SDGs è in linea con i target, mentre il 35% è fermo o addirittura arretrato. Per colmare il gap servirebbero ulteriori investimenti stimati in 4 trilioni di dollari l’anno.
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