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Con il coinvolgimento di 9 università e ARPAE, il progetto coordinato dall’Autorità di Bacino del fiume Po punta a costruire il più grande modello idrogeologico d’Italia per una gestione sostenibile delle falde acquifere
Il progetto MidAS-Po (Modello Idrogeologico delle Acque Sotterranee del Po), promosso e coordinato dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po (ADBPO), sta per tagliare un traguardo fondamentale: la costruzione del più esteso modello numerico idrogeologico mai realizzato in Italia, capace di rappresentare in modo condiviso e integrato lo stato delle acque sotterranee della Pianura Padana su un’area di 34 mila chilometri quadrati. Una zona densamente popolata e strategicamente rilevante, in cui le falde acquifere vengono sfruttate per usi potabili, agricoli, industriali e civili.
Avviato nel dicembre 2022 e destinato a concludersi entro il 2026, il progetto rientra tra le azioni prioritarie del Piano di Gestione e del Piano di Bilancio Idrico del distretto del Po. MidAS-Po non solo rappresenta uno sforzo tecnico-scientifico senza precedenti, ma anche un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, enti di ricerca e pubblica amministrazione. Il modello, oggi in fase avanzata di sviluppo, è frutto della cooperazione tra nove università italiane – otto delle quali situate nel bacino del Po (UNIMIB, UNIBO, UNIPR, UNIMI, POLIMI, POLITO, UNITO, UNIPV) e una a Pisa (SSSA – Scuola Superiore Sant’Anna) – e ARPAE Emilia-Romagna, che apporta al progetto competenze consolidate nella modellazione ambientale e nell’analisi dei fattori antropici.
Il recente incontro tenutosi presso la Regione Piemonte a Torino ha visto la partecipazione del gruppo di lavoro ADBPO – guidato da Fernanda Moroni, con Cesare Vasini e Filippo Battaglini – insieme a rappresentanti delle università partner e di enti pubblici e territoriali come la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, ARPA Piemonte, ATO 3 Torinese e SMAT. L’occasione è stata utile per presentare un aggiornamento sui modelli degli acquiferi sinora sviluppati, sulla base delle analisi effettuate dal 2010 al 2022, e che saranno prossimamente integrate con dati aggiornati.
Ma MidAS-Po non si ferma alla fotografia dello stato attuale: il vero obiettivo è realizzare uno strumento predittivo che consenta di valutare con anticipo situazioni di criticità idrica, come ha spiegato Moroni: “La seconda fase del progetto vede oggi la costruzione del modello numerico, grazie ai dati forniti dalle università. Questo ci permetterà di comprendere in quali aree del distretto potrebbero verificarsi condizioni di sofferenza delle falde sotterranee”.
Il modello costituirà un supporto tecnico e strategico per la pianificazione delle risorse idriche, fondamentale in un contesto segnato da crisi climatica, scarsità d’acqua e pressione antropica crescente. Inoltre, nei prossimi sviluppi è previsto il collegamento tra il modello delle acque sotterranee e quello delle acque superficiali, per una gestione sempre più integrata e resiliente. MidAS-Po si configura così come un pilastro del futuro idrico della Pianura Padana, un’infrastruttura conoscitiva essenziale per la tutela di un bene comune sempre più fragile e prezioso.
Crediti foto: ADBPO
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