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Il 17 e 18 settembre, alla manifestazione dedicata al risanamento e alle bonifiche dei siti contaminati, verranno illustrati due studi inerenti la valorizzazione sostenibile di siti contaminati e gestione dei rifiuti
Si parla sempre più spesso di rigenerazione urbana: le aree dismesse, superfici urbane (spesso industriali, artigianali, commerciali, agricole o residenziali) inutilizzate da anni che versano in condizioni di degrado fisico e ambientale, oggi sono individuate come spazi da riqualificare tramite l’installazione di infrastrutture verdi e servizi. Concepiti con una nuova vocazione urbana, questi spazi possono diventare esempi concreti di come gli interventi di rigenerazione sono in grado di restituire valore al territorio e migliorare la qualità della vita delle comunità locali.Anche la gestione dei rifiuti rientra in queste tematiche: essa non riguarda solo pratiche di smaltimento corrette, bensì rappresenta un nodo strategico che intreccia sostenibilità ambientale, progettazione urbana e trasformazione sociale.
I due studi realizzati nell’ambito del Partenariato Esteso Return - https://www.fondazionereturn.it/ - (Multi-Risk sciEnce for resilienT commUnities undeR a changiNg climate) da Stantec, leader mondiale nella progettazione sostenibile in ambito ingegneristico, architettonico e ambientale, su incarico di Eni Rewind, la società ambientale di Eni, nascono per rispondere ad una sfida più che attuale: l’urgenza di trovare soluzioni per la resilienza delle comunità che, oggi più che mai, affrontano il grande problema dei cambiamenti climatici. Il primo studio ha come risultato la stesura di una linea guida, intesa come strumento di supporto per definire un approccio strategico e operativo per la valorizzazione sostenibile degli asset industriali in dismissione o valutati come idonei a operazioni di bonifica. Il secondo ha per oggetto l’analisi sulla gestione in Italia e in Europa di alcuni flussi di rifiuti e ha condotto all’individuazione di criticità, buone pratiche e prospettive di miglioramento in un’ottica di economia circolare. Parte di questo lavoro è stato condotto nell’ambito del PE RETURN ed ha ricevuto finanziamenti dall’Unione europea Next-Generation EU (Piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR, Mission 4, Component 2, Investment 1.3 – D.D. 1243 2/8/2022, PE0000005).
Linee guida per la bonifica e valorizzazione sostenibile dei siti: un approccio integrato
Riutilizzo alternativo delle aree dismesse, individuazione delle potenzialità del territorio, coinvolgimento delle comunità locali sono solo alcuni degli aspetti considerati nella stesura del documento, che si propone di essere uno strumento innovativo e di supporto per l’individuazione di strategie di riutilizzo delle aree interessate dagli interventi. In tema ambientale, ciò che fa la differenza è l’attenzione all’integrazione tra strategie di bonifica e strumenti di pianificazione territoriale. Un ruolo prioritario lo assumono le tecnologie di bonifica sostenibili, selezionate in base alle caratteristiche specifiche del sito e agli obiettivi di valorizzazione individuati. Tra queste vengono considerate alcune soluzioni naturali: la phytoremediation, che utilizza le piante per depurare suoli e acque; la bioremediation, che sfrutta i microrganismi per degradare gli inquinanti organici; processi tecnologici come il soil washing, che separa i contaminanti tramite lavaggio del terreno; il capping, che isola le matrici inquinate mediante barriere impermeabili. Il dato che emerge dallo Studio è che, sotto il profilo economico è possibile ottimizzare gli investimenti tramite la definizione di priorità e l’identificazione degli approcci e delle strategie gestionali più appropriate. La determinazione delle risorse da stanziare per gli interventi è infatti preceduta dalla presentazione di analisi di costi e benefici che hanno lo scopo di definire l’allocazione di tali risorse.
Progettazione partecipata: il ruolo delle comunità locali
La rigenerazione delle aree dismesse può portare a significativi benefici sociali e a un miglioramento delle condizioni di vita delle persone. L’ analisi dei fattori sociali e l’applicazione di strumenti partecipativi sono i due metodi individuati dal progetto. Un elemento centrale è il coinvolgimento degli stakeholder attraverso workshop dedicati, che permettono di presentare i risultati preliminari, raccogliere feedback e stabilire insieme le priorità per i progetti di riqualificazione. Una volta raccolti i risultati delle attività, si procede con la definizione di un sistema di valutazione che metta a sintesi criticità e opportunità, fornendo una base solida per orientare le future scelte di intervento. L’obiettivo ultimo è quello di estendere le pratiche di rigenerazione sostenibile su scala nazionale, superando eventuali resistenze locali. Stantec ha alle spalle un’ampia esperienza in progetti di rigenerazione, sia in Italia che all’estero. La competenza in questo specifico settore è supportata da una gamma completa di servizi, che offrono un approccio olistico al processo di trasformazione delle aree interessate. Dalla bonifica ambientale alla pianificazione urbana, ogni progetto è concepito con soluzioni su misura, integrate e innovative, adattate alle specificità locali e alle esigenze dei singoli clienti.
Rifiuti europei, rifiuti italiani: come gestirli?
La gestione dei rifiuti è oggi una delle principali sfide ambientali a livello globale e locale. L’aumento costante della produzione, unito alla scarsità di impianti adeguati e alla frammentazione dei sistemi di raccolta, rende difficile garantire processi di smaltimento e recupero realmente sostenibili. Lo studio si concentra sul tema della gestione dei rifiuti in Italia e in Europa, con particolare attenzione a cinque flussi strategici: rifiuti da costruzione e demolizione, rifiuti contenenti amianto, terre e rocce da scavo, rifiuti urbani e fanghi da trattamento delle acque reflue civili. L’analisi, svolta attraverso l’elaborazione di dati ufficiali nazionali ed europei integrati da riferimenti normativi e tecnici, ha messo in evidenza criticità, buone pratiche e prospettive di miglioramento del ciclo di smaltimento rifiuti. Nonostante si evidenzino progressi significativi sul fronte del recupero, sussistono ostacoli di natura strutturale e normativa: i dati analizzati nello studio mostrano infatti che, se per i rifiuti da costruzione e demolizione e per le terre e rocce da scavo i tassi di recupero sono già elevati, restano forti incertezze sulla qualità dei materiali riciclati e sulla loro competitività rispetto alle materie prime vergini. Nel caso dei rifiuti contenenti amianto, invece, il problema si concentra sulla scarsità di impianti autorizzati e sulla necessità di tecnologie di inertizzazione che riducano la dipendenza dalle discariche. Anche i rifiuti urbani, che pur registrano un livello significativo di gestione della differenziata, risentono anch’essi di un deficit impiantistico e di una frammentazione gestionale che rallentano la chiusura del ciclo a livello territoriale. Infine, i fanghi da trattamento delle acque reflue mostrano potenzialità crescenti grazie a pratiche di recupero energetico e di valorizzazione dei nutrienti, ma richiedono investimenti in tecnologie avanzate per allinearsi agli obiettivi europei. Occorre quindi un deciso cambio di passo: i limiti evidenziati devono diventare il punto di partenza per nuove tecnologie e modelli gestionali in grado di trasformare i rifiuti da problema a risorsa, accelerando il percorso verso un’economia circolare.
Quando saranno presentati gli studi:
17 settembre, ore 14:30 - “RETURN, remediation guidelines for sustainable site valorization”, Simone Gobber (Stantec Urban Regeneration Lead). RemTech Europe, sessione Brownfield Redevelopment and Urban Regeneration - White Room, 1° piano.18 settembre, ore 18:15 – “Analisi del contesto attuale della gestione rifiuti in Italia”, Samuele Scotti (Stantec HSE Specialist) – RemTech Expo, sessione Dare valore ai rifiuti: l’economia circolare tra sfide e opportunità - Soil Room – Pad. 3.Per consultare i programmi: Programma Congressuale 2025 - Remtech Expo.
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