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Zero Carbon Target accoglie con favore la raccomandazione UE sullo standard volontario di rendicontazione, sottolineando l’urgenza di trasformare il reporting in azione climatica.
La recente raccomandazione della Commissione Europea sull’adozione dello Standard volontario di rendicontazione della sostenibilità per le micro, piccole e medie imprese (VSME), sviluppato da EFRAG, è un passo verso l’inclusione delle PMI nel percorso europeo di sostenibilità reale. Un quadro armonizzato, proporzionato e pensato per le imprese non quotate con meno di 250 dipendenti, che mira a semplificare la raccolta e la condivisione di dati ESG, garantendo trasparenza e comparabilità lungo le filiere.
Secondo Zero Carbon Target, la raccomandazione rappresenta una svolta positiva per il tessuto imprenditoriale italiano ed europeo: «La raccomandazione conferma un principio che sosteniamo da tempo: la sostenibilità deve diventare un percorso concreto, misurabile e adatto alla scala delle imprese», dichiara Edoardo Segù, CEO di Zero Carbon Target. «VSME è uno strumento complementare alle attività di decarbonizzazione operative: ora bisogna tradurre il reporting in investimenti ed interventi reali che riducano le emissioni». «Manca ancora una adeguata formazione alle PMI – conclude Segù – e un miglioramento degli strumenti a disposizione per il reporting e la facilitazione dell’accesso agli incentivi, ma la strada è quella giusta».
Lo standard VSME, pur essendo volontario, si configura come un framework accessibile e allineato agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). La sua implementazione punta a ridurre l’onere burocratico per le PMI, facilitando al contempo il dialogo con stakeholder sempre più attenti alla performance ambientale e sociale delle imprese. Clienti e finanziatori potranno beneficiare di informazioni affidabili e strutturate, aumentando la tracciabilità e la credibilità dei dati ESG lungo tutta la catena del valore.
Per le PMI, l’adozione del VSME potrebbe rappresentare anche una leva strategica per accedere a strumenti di finanza sostenibile. Tuttavia, come sottolinea ancora Segù, rimangono delle criticità da affrontare: «Manca ancora una adeguata formazione alle PMI e un miglioramento degli strumenti a disposizione per il reporting e la facilitazione dell’accesso agli incentivi». La raccomandazione, pur nella sua natura non vincolante, indica però una direzione chiara: rendere la sostenibilità una pratica diffusa e scalabile, capace di generare valore economico e ambientale anche per le imprese di dimensioni più contenute.
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