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L’Italia è un laboratorio a cielo aperto. Alcune Regioni stanno correndo verso la neutralità carbonica, altre arrancano. Conoscere le esperienze delle realtà più avanzate permette di individuare best practice e spingerne l’adozione altrove. Friuli‑Venezia Giulia, per esempio, ha già predisposto una cartografia ufficiale delle aree idonee e un sistema di compensazioni alle comunità, facilitando l’installazione di impianti in aree industriali dismesse. Valle d’Aosta privilegia tetti e parcheggi e inserisce le comunità energetiche al centro del sistema, premiando la micro-generazione. Trentino ha legiferato nel 2022 e ha ridotto del 30% i tempi autorizzativi.
Questi modelli funzionano perché sono pragmatici: piuttosto che imporre divieti generali, individuano con precisione dove ha senso costruire e coinvolgono i cittadini nel processo. Applicano un principio di “prevalenza dell’idoneità”, così che un’area considerata idonea non venga automaticamente esclusa da altri vincoli, evitando contraddizioni normative. Al tempo stesso, proteggono i beni culturali e naturali più vulnerabili, ma senza bloccare l’innovazione.
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