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La riduzione dei fondi statunitensi colpisce duramente le agenzie ONU, costringendole a tagliare programmi cruciali per l’uguaglianza di genere e la protezione femminile nelle aree di crisi. La denuncia dell’Alto Commissario Turk e l’appello della società civile.
I diritti delle donne stanno subendo un “attacco frontale” a livello globale. A lanciare l’allarme è Volker Turk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che ha denunciato il drastico impatto dei tagli ai finanziamenti decisi dagli Stati Uniti sulle attività dell’ONU in difesa dell’uguaglianza di genere. In particolare, l’Office of the High Commissioner for Human Rights (OHCHR) ha dovuto sospendere la pubblicazione di tredici rapporti fondamentali per il monitoraggio delle violazioni, tra cui quattro dedicati specificamente ai diritti delle donne. La situazione, definita dallo stesso Turk “profondamente deplorevole”, si inserisce in un contesto internazionale sempre più complesso, dove la riduzione delle risorse si traduce in una minore capacità di intervento nei Paesi più vulnerabili. A essere maggiormente colpite sono le organizzazioni femminili locali, spesso operanti in contesti di conflitto o instabilità, che oggi rischiano la chiusura o la paralisi operativa. Secondo UN Women, oltre il 90% di queste realtà si trova in una condizione finanziaria critica, con gravi ripercussioni sulla protezione delle donne da violenze, discriminazioni e negazione di diritti fondamentali. La crisi finanziaria dell’ONU deriva in gran parte dal mancato versamento di contributi da parte di alcuni Stati membri, tra cui gli Stati Uniti, a seguito di tensioni geopolitiche e divergenze politiche interne. Ma a pagarne il prezzo più alto sono le persone più vulnerabili, in primis le donne, le ragazze e le comunità marginalizzate. «Non possiamo permettere che gli equilibri politici globali si traducano in un arretramento dei diritti umani», ha affermato Turk, sollecitando un rinnovato impegno della comunità internazionale a favore dell’Agenda 2030 e dell’Obiettivo 5 sugli standard di parità di genere. Intanto, la società civile si mobilita: numerose ONG hanno lanciato appelli urgenti per garantire continuità ai progetti sul campo, sottolineando l’importanza strategica della cooperazione multilaterale e della finanza sostenibile anche in ottica ESG. L’interruzione dei programmi ONU per i diritti delle donne è un campanello d’allarme che impone una riflessione più ampia sul ruolo delle istituzioni globali nella tutela dell’equità sociale. In un’epoca segnata da crisi climatiche, conflitti e disuguaglianze crescenti, indebolire gli strumenti di protezione significa compromettere il futuro stesso della giustizia e della sostenibilità.
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