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A Torino, il 25 giugno scorso, si è svolto un incontro cruciale per il futuro della gestione ambientale in Italia.
Il convegno “PFAS, strategia di intervento e pianificazione territoriale” ha rappresentato un momento di confronto concreto e operativo tra istituzioni, aziende e centri di ricerca sul tema degli inquinanti emergenti, in particolare i PFAS. Un’emergenza complessa e pervasiva che richiede risposte integrate e soluzioni condivise. Il Piemonte, prima regione italiana a introdurre limiti specifici per queste sostanze, si è posto come esempio di governance ambientale avanzata. «Abbiamo scelto di normare i PFAS con coraggio, per garantire tutela ambientale e trasparenza – ha dichiarato l’Assessore Matteo Marnati – ma dobbiamo accompagnare i gestori in questo percorso, con strumenti e tempi adeguati». Tra i partecipanti, rappresentanti di ARPA, SMAT, Utilitalia, Confservizi, aziende private e organismi di controllo, che si sono confrontati in due tavole rotonde moderate dalla giornalista scientifica Cristina Bellon. Un dibattito animato, ma costruttivo, che ha evidenziato la necessità di un approccio sistemico, capace di unire normative, tecnologie e azioni preventive. «Quasi quattro aziende su dieci che scaricano in pubblica fognatura rilasciano PFAS nei reflui – ha sottolineato Daniele Barbone, AD di Acqua Novara VCO –. La prevenzione è possibile, ma richiede interventi coordinati lungo tutta la filiera, dalla regolamentazione alla gestione operativa». Un punto condiviso anche da Angelo Robotto della Regione Piemonte: «Dobbiamo costruire un sistema fondato su tecnologie avanzate, capace di contrastare la diffusione degli inquinanti emergenti, anche dove mancano limiti europei o nazionali». Dal mondo industriale è emersa la richiesta di impianti consortili e soluzioni tecnologiche scalabili, soprattutto per il trattamento dei percolati da discarica, la cui composizione è altamente variabile. «Oggi non ci sono tecnologie site-specific economicamente sostenibili per ogni discarica – ha spiegato Emanuele De Stefani di Agrigarden Ambiente –. Servono capacità analitiche più diffuse e indicazioni normative più chiare». In un momento storico in cui la pressione normativa si intensifica e la consapevolezza ambientale cresce, il convegno ha dimostrato come la sfida dei PFAS possa essere affrontata solo attraverso un dialogo trasversale, in grado di coinvolgere tutti gli attori del sistema idrico e produttivo. «Il nuovo emendamento regionale ci offre una finestra temporale di tre anni che non va sprecata – ha affermato Umberto Cucchetti, General Manager di Dimensione Ambiente –. È il momento di definire strategie operative e pianificazioni territoriali concrete, capaci di affrontare in modo strutturale la complessità dei PFAS». Il convegno era promosso da Dimensione Ambiente, con il patrocinio di Confservizi Piemonte – Valle d’Aosta.
Foto crediti: Dimensione Ambiente
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