

Tre mozioni in contemporanea a Montecitorio chiedono misure urgenti per rispondere all’escalation protezionistica americana, ponendo le basi per un piano a difesa delle filiere italiane e della sostenibilità economica e ambientale.
La Camera dei Deputati ha acceso i riflettori sulle conseguenze, economiche e sociali, della strategia protezionistica dell’Amministrazione statunitense guidata da Donald Trump, attraverso l’esame di tre mozioni presentate tra aprile e luglio 2025 che attendono sviluppi decisivi. I testi esprimono una netta presa di posizione, rivendicando un approccio europeo unitario e misure concrete per difendere export e occupazione.
La mozione 1‑00434, a firma di Maria Elena Boschi e altri deputati di Italia Viva‑Renew Europe, punta l’attenzione sugli ultimi dazi statunitensi, aumentati fino al 50 % su acciaio, alluminio e auto dall’aprile 2025. Il testo denuncia l’instabilità generata da sospensioni temporanee e rincari speculativi, sollecita una strategia comune europea, chiede la nomina di Mario Draghi come negoziatore UE e incentivi energetici e industriali per sostenere imprese e famiglie aic.camera.it+1aic.camera.it+1.
La mozione 1‑00463, presentata dal Movimento 5 Stelle con Emma Pavanelli capofila, parte da una prospettiva economica più ampia: sottolinea il già marcato calo della produzione industriale italiana nei primi mesi del 2025 (–1,2 %) e analizza le ricadute sui settori chiave – automotive, moda, agroalimentare, cosmetica – con stime di perdite fino a 7 mld € e decine di migliaia di posti di lavoro a rischio aic.camera. Oltre alle contromisure europee, la mozione chiede interventi nazionali: fondo per le imprese colpite, sostegno all’energia rinnovabile e gigafactory, difesa dal “made in Italy” tarocco e lotta al climate change industriale.
Infine la mozione 1‑00469, a firma Alleanza Verdi e Sinistra, offre una chiave interpretativa geopolitica e ambientale. Il testo colloca la svolta protezionistica USA in un quadro di friend-shoring e rivalità globali, e segnala i rischi di una frammentazione dei mercati, con minacce alla crescita sostenibile e alla stabilità. Propone l’introduzione di uno “social standard” per gli scambi commerciali, che tuteli lavoratori, ambiente e condizioni sociali nei flussi globali aic.camera.itaic.camera.it+2aic.camera.it+2aic.camera.it+2.
Le tre mozioni, pur distinguendosi per provenienza politica e approccio, convergono sull’urgenza di una risposta coesa a livello UE, elevata attenzione all’innovazione verde e alla tutela delle filiere italiane. Il calendario parlamentare prevede discussioni congiunte e rinvii: la Boschi e la Pavanelli sono state ascoltate lo scorso 23 giugno, mentre il testo di Grimaldi è approdato all’Aula il 2 luglio . In una cornice internazionale dove tensioni geopolitiche, conflitti regionali e pressioni commerciali mutano rapidamente, l’Italia cerca un equilibrio tra difesa dell’economia reale – con particolare attenzione all’ambiente e all’agenda energetica europea – e rilancio della sua competitività globale. Le decisioni che verranno prese, a Roma come a Bruxelles, determineranno non solo le future traiettorie dell’export, ma anche la capacità del Paese di perseguire uno sviluppo sostenibile e resiliente nel lungo periodo.
Crediti foto: Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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