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In Italia si apre una nuova fase per la transizione energetica: i porti di Augusta e Taranto sono stati designati come hub strategici per lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante nel Mediterraneo.
Una decisione che segna un punto di svolta nella politica industriale legata alle rinnovabili, e che conferma l’intenzione del nostro Paese di affermarsi nel panorama europeo dell’energia pulita.
Il decreto, firmato nei giorni scorsi dai Ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dell’Economia, individua i due porti del Mezzogiorno come poli per la produzione, il montaggio e la logistica delle turbine eoliche flottanti. Si tratta di impianti di nuova generazione, progettati per essere installati su fondali marini profondi, dove le soluzioni tradizionali — a struttura fissa — risultano tecnicamente ed economicamente insostenibili.
La scelta di Augusta e Taranto non è casuale: entrambe le aree offrono condizioni infrastrutturali favorevoli, spazi industriali disponibili, una posizione geografica strategica e una lunga esperienza nella gestione di attività portuali complesse. Un’occasione concreta per rilanciare l’economia locale in chiave green, promuovendo occupazione qualificata e rigenerazione industriale in territori segnati da crisi ambientali e produttive.
Secondo i dati aggiornati del Ministero dell’Ambiente, sono già stati presentati progetti eolici offshore per oltre 5 GW di potenza complessiva, in gran parte localizzati nel Mar Ionio e nel Canale di Sicilia. Tra questi, diversi hanno già superato positivamente la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), a conferma della maturità tecnologica e progettuale di una filiera in rapida crescita.
Ma per trasformare questa visione in realtà sarà necessario affrontare con decisione alcuni nodi strutturali: semplificazione normativa, certezza dei tempi autorizzativi, potenziamento delle reti elettriche e coordinamento tra enti locali e nazionali. La transizione energetica richiede non solo investimenti in impianti, ma una governance capace di coniugare innovazione, sostenibilità e giustizia territoriale. L’eolico offshore rappresenta oggi una delle frontiere più promettenti della decarbonizzazione, e l’Italia ha le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista. Trasformare i nostri porti in piattaforme energetiche del futuro significa non solo produrre energia pulita, ma anche costruire un nuovo modello di sviluppo, resiliente, inclusivo e orientato al lungo termine. Un modello dove ambiente, industria e comunità locali possano crescere insieme.
Fonti
- Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – Comunicati ufficiali (giugno 2025)
- Rai News – “Eolico offshore, Augusta e Taranto hub strategici” (7 giugno 2025)
- QualEnergia.it – “Porti e rinnovabili: il Mediterraneo guarda all’eolico galleggiante” (6 giugno 2025)
- Il Sole 24 Ore – “Via libera ai porti per l’eolico flottante: ecco il decreto” (5 giugno 2025)
- Associazione Italiana per l’Eolico Offshore (AIEO) – Position paper 2025
- Terna – Report mensile sulla capacità rinnovabile connessa (maggio 2025)
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